venerdì 31 agosto 2012

Quell'anno in cui Manuela...

Laura's cheese cake - torta al formaggio di Laura




Un'altra estate sta per finire, ma non senza un'altro appuntamento fisso...quello per i festeggiamenti del compleanno di Manuela!
Quest'anno a casa sua, con una riunione ristretta di noi ragazze, tra una chiacchiera, uno stuzzichino vegetariano e l'annuale torneo di carte (Machiavelli), iniziato con una Laura in splendida forma che di ha battuto cinque a due.
A fine pasto, come da tradizione, la torta di compleanno, la famosa cheese cake di Laura, in versione porzioni monodose; con candelina di prammatica, che essendo a forma di tortina, Manuela si è affrettata a spegnere, pensando che facesse parte del dessert...


Ricetta per chese cake alla facciamola così (parole di Laura)

30 biscotti secchi
100 gr di burro fuso
50 gr di zucchero
2 confezioni di formaggio spalmabile di qualsiasi marca (circa 500 gr)
250 ml di panna da montare
1 vasetto di yogurt (di qualsiasi tipo, di solito metto quello bianco naturale)
Marmellata di more o frutti di bosco. (Nota della C.C.: la marmellata in questione è quella di more prodotta in casa da Laura, con le more che siamo andate a raccogliere insieme quest'estate nelle campagne di Rivoli, non senza graffi dei rovi e punture di zanzare...)

Frullare i biscotti, metterli in un recipiente con il burro e lo zucchero, mescolare tutto insieme e stendere come base in una tortiera, meglio quelle con il cerchio che si apre; in alternativa si può rivestire una tortiera normale con un foglio di carta da forno, oppure utilizzare delle coppette monodose.
Nel frattempo con le fruste elettriche montare la panna e metterla in frigo a riposare; sempre con le fruste lavorare il formaggio con lo yogurt poi , aiutandosi con una spatola, aggiungere le panna montata poco alla volta per non smontare il tutto. 
Con il composto ottenuto riempire la tortiera con la base di biscotti e livellare la superficie. 
Stemperare con un po’ d’acqua la marmellata se troppo densa e versarla sulla torta.
Mettere in frigo per almeno mezza giornata.

giovedì 30 agosto 2012

Insalata di carne cruda

Minimalia n.10





Un classico piatto della cucina piemontese, che viene abitualmente servito come antipasto ma che può, all'occorrenza, accompagnato da un'insalata - di verdure fresche o bollite - diventare un fresco secondo.
Occorre avere della carne tritata di buona qualità da farsi, se possibile, tritare sul momento in macelleria; la tradizione vorrebbe carne di cavallo, ma si può utilizzare anche carne  bovina o suina (o, perché no, di tacchino o pollo). 
Si condisce con abbondante succo di limone, olio, sale, pepe e aglio, tagliato a fettine sottili - indispensabile - e, volendo timo o maggiorana; poi, in attesa di consumarla, si conserva in frigorifero.
Unica avvertenza: va preparata almeno due ore prima, per dare il tempo al limone di cuocere la carne.

lunedì 27 agosto 2012

Gli ultimi fiori

Fiori di zucchini ripieni di mozzarella e acciughe





Ora che qualche temporale ha portato un po' di fresco in questa torrida estate, è il momento giusto per godersi gli ultimi fiori di zucchino della stagione; fritti, ripieni di mozzarella e acciughe, da gustarsi mentre sono ancora caldi e croccanti...

Per una cena tra amici (dosi per persona)

5-6 fiori di zucchino (o di zucca)
mezza mozzarella
2-3 filetti di acciuga

Per la pastella

1 uovo 
4 -5 cucchiai di farina (potete provare con due cucchiai di farina di riso e tre di farina 00), per i celiaci senza glutine
Acqua fredda gasata (o acqua e polvere di Vichy, come per la ricetta delle frittelle di lattuga) quanto basta per ottenere una pastella non troppo liquida (la consistenza deve essere simile a quella della pastella per le crépe) 

abbondante olio per friggere (meglio evo)

Lavare i fiori di zucchino e pulirli togliendo la parte centrale dura e il pistillo (che è la parte amara del fiore); non preoccupatevi se per fare questa operazione dovrete tagliare la parte dei petali, perché, una volta ripieni, potrete avvolgerli strettamente prima di immergerli nella pastella, e questo basterà, una volta immersi nell'olio bollente, per sigillarli.
Riempite ogni fiore con un pezzo di mozzarella grande quanto mezzo cucchiaio e un pezzo di filetto di acciuga (consiglio un terzo di filetto, per evitare che vengano troppo salati).
Avvolgete bene la corolla attorno al ripieno e immergete il fiore nella pastella; scolate leggermente prima di  immergerlo completamente nell'olio bollente. Friggete i fiori mano a mano, tenendo il fuoco a una potenza media, per evitare che si scuriscano troppo rapidamente. Non occorre salarli (basta l'acciuga).
Una volta cotti metteteli a scolare su carta assorbente; serviteli caldi. 
Nel caso li preparaste prima, metteteli a scaldare in forno su carta oleata; non scaldate mai il fritto nel forno a microonde perché altrimenti diventa umido.

sabato 18 agosto 2012

Inutili complicazioni

Frittelle di zucchini trombetta




Premetto che io, ligure, non lo sono. Però anch'io, quando leggo certe ricette - fatte con ingredienti che, di per sè hanno un loro carattere peculiare - ricche di aggiunte e inutili complicazioni, rabbrividisco...
Come, per appunto, le frittelle di zucchini trombetta; ortaggio con una sua spiccata personalità e sapore caratteristico - e infatti si tratta non di veri zucchini ma di una particolare qualità di zucche, come si può vedere dal colore arancio tenue della polpa  negli esemplari  più maturi - dolce e fruttato.
Perchè torturarli e ridurli in poltiglia per poter aggiungere dell'aglio? Sono già tanto buoni e particolari, così...

Per  un fritto cruelty free

Uno zucchino trombetta di medie dimensioni, tagliato a pezzi lunghi tre centimetri e poi a fettine spesse due millimetri circa

Per la pastella

Un uovo
Quattro/cinque cucchiai di farina (potete provare con due cucchiai di farina di riso e tre di farina 00), per i celiaci senza glutine
Acqua fredda gasata ( o acqua e polvere di Vichy, come per la ricetta delle frittelle di lattuga) quanto basta per ottenere una pastella non troppo liquida (la consistenza deve essere simile a quella della pastella per le crepe)

Olio evo per friggere
Sale q.b

In una terrina capiente mescolare tutti gli ingredienti per preparare la pastella con una forchetta o la frusta.
Unire le fettine di zucchino avvolgendole bene nella pastella, e friggerle mano a mano in abbondante olio evo caldo. Tenere la fiamma a temperatura vivace, ma non altissima, per evitare che il fritto si scurisca.
Scolare le frittelle, metterle ad asciugare su carta da cucina, salarle e servirle calde.
Volendo proprio aggiungere qualcosa alla semplicità di questa ricetta - che però è buona proprio perché tale - senza snaturarla, si possono mettere foglioline di maggiorana nella pastella...

mercoledì 15 agosto 2012

Pesche cotte agli amaretti e cioccolato

Minimalia n.9






Una versione assai più rapida - ma altrettanto golosa - delle pesche ripiene al cioccolato, ideale per utilizzare delle pesche mature.
Si pelano e tagliano le pesche a pezzetti, si mettono a cuocere in un pentolino insieme, se si ama il dolce, a un cucchiaino di miele e, quando hanno consumato un po' dell'acqua di vegetazione, si aggiungono amaretti sbriciolati e cacao amaro (a piacere). 
Una volta completata la cottura e raffreddate le pesche, si conserva in frigorifero.
Si serve in coppette, con una guarnizione di amaretti sbriciolati o panna montata, volendo.
Se si desidera una maggior struttura, insieme alle pesche  si possono utilizzare anche delle mele.

martedì 7 agosto 2012

La balia, il commissario e la torta salata

Tyropita me sfoliata - torta salata greca al formaggio feta




Non c'è pace per il commissario ateniese Kostas Charitos, neanche mentre si trova in vacanza in Turchia con la moglie: durante una serata al ristorante viene infatti contattato da uno scrittore suo compatriota residente a Istanbul che gli chiede di aiutarlo a ritrovare la sua vecchia balia Maria Hamadou, scomparsa di casa. 

mercoledì 1 agosto 2012

Una melodia lontana

Torta di mele al cioccolato del Monferrato





L'ultima volta che ho mangiato questa torta è stato in una trattoria storica di Dogliani, nelle Langhe.
L'ultima volta di cui ho memoria; perché quando l'ho assaggiata mi sono ricordata di averla già assaggiata, non so dove né quando. Posso supporre però fosse a casa di parenti a Castagnole Lanze o a Montechiaro d'Asti, nel Monferrato...probabilmente in entrambi i posti; allora però ero molto piccola.

Questa, però è una torta indimenticabile che, una volta assaggiata non può che imprimersi nella memoria; sia per la consistenza - a metà strada tra un budino e una torta - che per il gusto che, pur essendo composto di elementi apparentemente discordanti, riesce a trovare un suo equilibrio che la rende unica.
è questa  la peculiarità della torta di mele astigiana - ma che, come abbiamo visto, è diffusa anche nella provincia di Cuneo e fa quindi parte della tradizione culinaria sia delle Langhe che del Monferrato - che la rende così particolare da imprimersi nella memoria, come una melodia familiare ma lontana....

La versione che propongo mi è stata portata in dono dalla mia vicina di casa di Torino, la gentile Franca, originaria di Grazzano Badoglio (Monferrato), che l'ha richiesta alla cugina. 
A entrambe i miei più sentiti ringraziamenti, per aver riportato con la loro ricetta e i loro ricordi, un pezzetto di infanzia nella mia cucina...
Questi gli ingredienti per la torta, nel biglietto consegnatomi, che ha, di per sé il sapore di tempi lontani


Tenete però conto che si tratta di dolce assai sostanzioso, e che le famiglie una volta erano più numerose; per quanto mi riguarda, le dosi che ho utilizzato, per ottenere una teglia di torta di diametro 25/30 cm sono,

per una famiglia moderna:

1,5 kg mele pelate, tagliate a piccoli pezzi e cotte
50 gr polvere di cacao amaro
1,50 hg di amaretti sbriciolati
1,50 hg di biscotti da colazione tipo gallette sbriciolati
2 uova
1 tazza di caffè non zuccherato
la buccia grattugiata di mezzo limone  (opzionale, io me lo sono dimenticato ed era buona ugualmente, ma sicuramente dà un tocco in più)

Come potete vedere non c'è traccia di zucchero nè di grassi: non si tratta di una dimenticanza, ma la presenza di mele e amaretti garantisce a questa torta dolcezza e morbidezza senza bisogno di ulteriori ingredienti.
In una terrina capiente mescolare insieme tutti gli ingredienti; non usare il mixer, che renderebbe il composto, di per sé molto morbido, troppo liquido e non aver timore se alcuni di loro si presentano in pezzi, la cottura amalgamerà il tutto.
Mettere il composto in una tortiera imburrata e infarinata internamente, e cuocere in forno caldo a 180 gradi per circa 45 minuti. 
Una spruzzata di zucchero a velo prima di servire è una concessione alla frivolezza  odierna.

Il tempo di cottura deve essere lungo e la temperatura costante perchè il composto si presenta molto liquido; farà fede della cottura ultimata la prova dello stecchino.
O, come mi ha raccontato  l'amica Franca, quella dello stecco di saggina (sì, l'erba che si utilizzava - e si utilizza ancor oggi - per fare le scope) che la sua nonna inseriva nella torta ed estraeva asciutta; allora però il dolce veniva cotto dentro il potagè.
Ritengo, pur senza averne la certezza, che si possano aggiungere anche pezzi di pesca e altra frutta all'impasto, senza alterarne il carattere tipico, e sarei quasi sicura di aver assaggiato anche questa versione...
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