tag:blogger.com,1999:blog-45199531871125192622024-03-13T15:49:48.177+01:00La cuoca cialtronaLa cuoca cialtrona. Stralci di vita, cucina e letture varie ed eventuali di una cuciniera dilettante.la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.comBlogger416125tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-22448018851485604552019-04-19T20:08:00.000+02:002019-04-19T20:08:10.086+02:00Palme, biscotti e immortalità dell'anima<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Rami di miele</span><br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-TE979TlGItk/XLNp3i33yDI/AAAAAAABvpE/jUgTfbmQQvwqDwTyEhR-OhBPqJKfTqDeACLcBGAs/s1600/IMG_4263.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1066" data-original-width="1600" height="424" src="https://1.bp.blogspot.com/-TE979TlGItk/XLNp3i33yDI/AAAAAAABvpE/jUgTfbmQQvwqDwTyEhR-OhBPqJKfTqDeACLcBGAs/s640/IMG_4263.JPG" width="640" /></a></div>
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Domenica scorsa In cerca di uno svago culturalmente e fisicamente poco impegnativo convinco la raffreddatissima amica Franca a fare un giro alla Crocetta al mercatino del vintage pubblicizzato su internet.</div>
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Di banchi effettivamente dedicati alla brocante ne avvistiamo solo due, uno di cappelli (minuscoli, si sono rimpiccioliti col tempo o le misure sono così cambiate?) e uno di bottoni e splendide tazze inglesi con sottopiatto dei primi del Novecento purtroppo crepate, pare ritrovate in un pollaio, sic transit gloria mundi, incongruamente accoppiate a borse di marca, poco vintage, non troppo allegre.</div>
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In mezzo al numeroso pubblico, tra le bancarelle spuntano e spiccano i rami di ulivo di quelli che, usciti dalla messa ne portano a casa e in dono agli amici, onde ne nasce una discussione sul significato del nome e dell'omaggio.</div>
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Antefatto: avendo superato l'ennesimo concorso che mira a controllare che sia idonea all'insegnamento della materia con domande sulla medesima, forse temendo che - per raggiunti limiti di età - possa essere affetta da cali di memoria o malattie degenerative, mi trovo nella paradossale condizione di dover insegnare la materia della mia classe di concorso -Storia dell'arte - in un istituto professionale della provincia di Torino.</div>
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E fin qui niente di (troppo) strano.</div>
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La cosa anomala è che in entrambi gli indirizzi - agrario e alberghiero - non esiste la mia materia nel piano di studi, e quindi mi trovo a fare il potenziamento di una materia fantasma, che tuttavia nell'istituto, non si sa per quale motivo, è comunque legata a una cattedra di diritto; il che per i non addetti ai lavori, sta a significare che corrisponde a una posizione professionale fissa e inamovibile come la stella polare.</div>
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Nell'incertezza di come utilizzarmi vengo quindi aggregata alle classi terze come potenziamento sulla materia di storia; e mi trovo a inventarmi un corso di storia dell'arte alternativo che coinvolga gli interessi di entrambi i corsi di studio; e, come al solito, nella mia vita che si sviluppa non come in una retta, ma come una spirale che allargandosi va a toccare sempre le stesse tematiche e gli stessi luoghi in un ciclo di eterno ritorno, mi trovo a parlare di cibo.</div>
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Cibo nella rappresentazione, nella produzione e nella comunicazione, sia per quanto riguarda i periodi oggetto di studio - Medioevo e Rinascimento - che per quanto riguarda un progetto di ricerca azione sulle sempreverdi tematiche del Futurismo, padre di tutte le innovazioni tecnologiche e culinarie.</div>
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E poi, on demand, un ciclo di lezioni sul Trionfo della morte, perché sul libro di storia ci sono immagini collegate all'argomento della peste nera. Allegria.</div>
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Armata di internet e buona volontà acquisisco materiali iconografici, video, bibliografie. E. come mio solito, la prendo alla lontana, dal concetto di morte presso l'antichità al giudizio divino, all'esistenza di un aldilà e alla sua struttura. Da Omero a Virgilio, da Virgilio a Dante - passando per Maometto - il tutto accompagnato dalle allegre danze macabre, dagli incontri di vivi e morti e dai giudizi universali.</div>
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Ma, memento hominem esse, la vita scolastica non è fatta solo di insegnamento; esistono i rapporti con i colleghi, la condivisione dei mezzi pubblici, le chiacchierate mattutine, il caffè del mattino alla macchinetta della scuola, le amicizie che nascono sul treno e si sviluppano su Facebook.</div>
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" Io seguo il gruppo di cucina siciliana" dice Silvana, nuova amica "vuoi che ti iscrivo?"</div>
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Non sia mai detto che rifiuti un'occasione del genere.</div>
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E così mi ritrovo, in concomitanza con il giorno dei morti, a preparare una ricetta di chiara ascendenza greca - i rami di miele - che mi ha colpito non solo per l'uso degli ingredienti, ma anche per la forma di questi biscotti che ricorda le palmette dell'apparato decorativo dei templi.</div>
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La forma - probabilmente per un processo di disgregazione della memoria si è nel frattempo un po' sfaldata ma, come in un affresco semi cancellato basta poco per riportarla alla giusta forma. Buoni ma impegnativi per l'apparato masticatore - data l'assenza di lievito - questi biscotti, nell'estrema semplicità degli ingredienti conservano l'antico sapore dei dolci classici, quando ancora non si conosceva l'uso dello zucchero.</div>
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Tornando alla nostra lezione tra le immagini da proporre mi trovo a utilizzare quella della celebre Tomba del tuffatore, conservata nel museo di Paestum, e trovo un'interessante esegesi che parla della simbologia collegata al tuffo.</div>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-2H5Iuu6Bz0U/XLoK6qIr5_I/AAAAAAABvzA/i9AcGP01Wok_usGMEt5AjGo3EYIXjmjfwCLcBGAs/s1600/aaa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="742" data-original-width="1440" height="328" src="https://4.bp.blogspot.com/-2H5Iuu6Bz0U/XLoK6qIr5_I/AAAAAAABvzA/i9AcGP01Wok_usGMEt5AjGo3EYIXjmjfwCLcBGAs/s640/aaa.jpg" width="640" /></a></div>
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<span style="font-size: x-small;"><a href="http://www.museopaestum.beniculturali.it/la-tomba-del-tuffatore/">Lastra di copertura della Tomba del Tuffatore, <span style="background-color: #f9f9f9; color: #222222; font-family: sans-serif; text-align: left;">480-470 a.C. ca</span>, Paestum, <span style="background-color: whitesmoke; color: #252525; font-family: Roboto;">Museo Archeologico Nazionale </span></a></span></div>
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Tuffo come simbolo del trapasso dalla vita alla morte, da un trampolino i cui rocchi di pietra sono nel numero di sette - siamo nel V secolo, e Pitagora aveva già costituito la sua scuola e la sua teoria sul significato dei numeri - che rappresenta i cicli di vita. L'acqua in cui si tuffa il defunto ha una forma strana, non piatta come ci si aspetterebbe, ma curva, che gli studiosi spiegano essere la rappresentazione del grande fiume Oceano, che secondo gli antichi circondava il mondo e il cui attraversamento consentiva all'anima di giungere dall'altra parte, nel regno dei beati.</div>
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E poi un qualcosa che non avevo notato prima e non solo io, probabilmente, perché non l'ho trovato in alcuna altra fonte.</div>
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La cornice della scena, con delle palmette ai lati.</div>
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Sono loro?</div>
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Sono i rami di miele veramente delle palmette?</div>
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Vado a fare ricerche sulla simbologia della palma e scopro non solo rimandi al simbolo nelle altre religioni - dagli antichi sacerdoti egizi la palma era adorata come manifestazione del divino, in quanto la sua forma richiama i raggi del sole e Hathor, la dea del cielo - talvolta identificata con a stessa Iside - era detta la “signora della palma da dattero” tanto che in alcune pitture la dea è rappresentata mentre distribuisce il cibo dell’immortalità dal centro dell’albero celeste.</div>
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Nella mitologia greca la palma è una pianta solare, in quanto essa è sacra ad Apollo: il mito racconta che Latona, giunta a Delo, partorì il dio della luce appoggiandosi ai tronchi di due palme.</div>
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Non solo, ma nella cultura greca essa era accostata alla fenice - l'uccello che risorge dalle proprie ceneri - anche in senso linguistico: e infatti il termine greco phoinix significa palma.</div>
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E nella religione cattolica? Nei Salmi, si dice che "come fiorirà la palma così farà il giusto": la palma infatti produce un'infiorescenza quando sembra ormai morta - il che spiega il collegamento con il concetto di rinascita - così come i martiri hanno la loro ricompensa in paradiso; e ,nella domenica delle Palme la simbologia rimanda all'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme anticipandone figurativamente la Resurrezione dopo la morte. Che è poi il motivo per cui nell'iconografia dei santi è collegata al martirio.</div>
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Però - c'è sempre un però - nella tomba del tuffatore le palme sono diverse da quelle delle decorazioni classiche o che spiccavano sulla cima del frontone del Partenone, quasi antenna di collegamento tra mondo umano e divino, terra e cielo, al di qua e aldilà.</div>
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Perché le palme della tomba hanno 5 rami, non uno di più, non uno di meno, al posto dei 7, 9, 11 abituali.</div>
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Perchè cinque?</div>
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Altra ricerca e scopro che il numero 5 o Pentade, nelle teorie pitagoriche è il numero dell’uomo considerato mediatore fra Dio e l’Universo. Rappresenta i matrimonio, in quanto unione del 2 e del 3, l’uomo che genera l’uomo, la vita e il potere, tanto che la stella iscritta nel pentagono era il simbolo dei pitagorici. Il cinque è quindi un ponte tra il mondo materiale e il mondo spirituale, lo spirito che domina gli elementi, e per questo motivo la figura umana è stata rappresentata inscritta nel pentagramma, dove la testa domina i quattro arti così come lo Spirito domina i quattro elementi, come da teoria Aristotelica.</div>
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E i biscotti cosa c'entrano? C'entrano, sia per la chiara origine greca della ricetta - solo miele per dolcificare, niente lievito, una mandorla al centro, anche questo un elemento simbologico, perché la mandorla è emblema di rinascita; sia perché connessi con il culto dei morti. </div>
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La forma? Quella della palmetta, o anche quella della spirale, che in questo contesto può sia rappresentare la rinascita come simbolo di energia e fecondità che il viaggio dopo la morte.</div>
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Le palmette - che si chiamano in realtà rami di miele - hanno in realtà 3 foglie, vuoi per motivi di assemblaggio vuoi per simbolismo di una festa che celebra la riunione spirituale dei vivi con i loro antenati; e il tre, la cui espressione geometrica è il triangolo può essere visto come simbolo del ritorno del multiplo all'unità in cui due punti separati nello spazio, si riuniscono in un terzo punto situato più in alto; il riconoscimento delle proprie radici e, nello stesso tempo, l'evoluzione della specie.</div>
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Detto questo si tratta di dolci dal gusto antico, particolare, che però vanno gustati con la debita calma e solo se dotati di un robusto apparato masticatorio.</div>
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Per robusti masticatori pitagorici</div>
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(dosi per circa 30 biscotti)</div>
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250 gr farina</div>
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200 miele + un cucchiaio di miele per lucidare i biscotti dopo la cottura</div>
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1 arancia (o 1 limone), la scorza grattugiata (metà)</div>
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1 cucchiaino lievito (facoltativo, ma utile perché i biscotti rischiamo di diventare troppo duri)</div>
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<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "ovo"; font-size: 16px;">Sciogliete il miele in una pentolino senza farlo bollire, unire alla farina, che avrete versato in una ciotola insieme alla buccia grattugiata degli agrumi,e amalgamare il tutto fino ad ottenere una pasta morbida; lasciare riposare l’impasto per un'ora (c'è chi suggerisce una notte, ma dipende se mettete o meno il lievito). Lavorare l'impasto, dividerlo in parti e ricavarne dei rotoli del diametro di circa 1 cm, da dividere in due parti, l'una il doppio dell'altra e assemblare ricavando la forma della palmetta, creando con un coltello la divisione interna alle foglie, Unire al centro la mandorla prima di cuocere su una teglia rivestita di carta da forno 180 gradi per 10/15 minuti. Lasciarli raffreddare e lucidarle con il miele rimanente. Si conservano, inutile dirlo, a oltranza; o meglio, per l'eternità.</span></div>
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la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino TO, Italia45.0703393 7.686864000000014144.8909233 7.3641405000000137 45.249755300000004 8.0095875000000145tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-34854478307806511092018-09-19T11:17:00.001+02:002018-09-19T11:17:21.945+02:00La cucina del castello di Fratta<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Stralci n.11</span><br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/--U6O_749pso/W3B1oMoPlZI/AAAAAAABsTg/s65xkNSLKBYw67tGb56j2yORlJJAJV-YQCLcBGAs/s1600/la%2Bcucina%2Bdel%2Bcastello%2Bdi%2BFratta_lacuocacialtrona%2B.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="800" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/--U6O_749pso/W3B1oMoPlZI/AAAAAAABsTg/s65xkNSLKBYw67tGb56j2yORlJJAJV-YQCLcBGAs/s640/la%2Bcucina%2Bdel%2Bcastello%2Bdi%2BFratta_lacuocacialtrona%2B.jpg" width="478" /></a></div>
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<span style="font-size: x-small;"><br /></span></div>
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<span style="font-size: x-small;">Stampa ottocentesca, origine sconosciuta</span><span id="goog_1949962486"></span></div>
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<i>"La cucina di Fratta era un vasto locale, d'un indefinito numero di lati molto diversi in grandezza, il quale s'alzava verso il cielo come una cupola e si sprofondava dentro terra piú d'una voragine: oscuro anzi nero di una fuliggine secolare, sulla quale splendevano come tanti occhioni diabolici i fondi delle cazzeruole, delle leccarde e delle guastade appese ai loro chiodi; ingombro per tutti i sensi da enormi credenze, da armadi colossali, da tavole sterminate; e solcato in ogni ora del giorno e della notte da una quantità incognita di gatti bigi e neri, che gli davano figura d'un laboratorio di streghe.- Tuttociò per la cucina. - </i><br />
<a name='more'></a><i>Ma nel canto piú buio e profondo di essa apriva le sue fauci un antro acherontico, una caverna ancor più tetra e spaventosa, dove le tenebre erano rotte dal crepitante rosseggiar dei tizzoni, e da due verdastre finestrelle imprigionate da una doppia inferriata. Là un fumo denso e vorticoso, là un eterno gorgoglio di fagiuoli in mostruose pignatte, là sedente in giro sovra panche scricchiolanti e affumicate un sinedrio di figure gravi arcigne e sonnolente. Quello era il focolare e la curia domestica dei castellani di Fratta. Ma non appena sonava l'Avemaria della sera, ed era cessato il brontolio dell'Angelus Domini, la scena cambiava ad un tratto, e cominciavano per quel piccolo mondo tenebroso le ore della luce. La vecchia cuoca accendeva quattro lampade ad un solo lucignolo; due ne appendeva sotto la cappa del focolare, e due ai lati d'una Madonna di Loreto. Percoteva poi ben bene con un enorme attizzatoio i tizzoni che si erano assopiti nella cenere, e vi buttava sopra una bracciata di rovi e di ginepro. Le lampade si rimandavano l'una all'altra il loro chiarore tranquillo e giallognolo; il foco scoppiettava fumigante e s'ergeva a spire vorticose fino alla spranga trasversale di due alari giganteschi borchiati di ottone, e gli abitanti serali della cucina scoprivano alla luce le loro diverse figure."</i><br />
Nievo, Ippolito,<i> Le confessioni di un italiano </i>(già <i>Le confessioni di un ottuagenario), </i>Firenze, Le Monnier, 1867.</div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-lpZXp1xiUp0/UpJ3-91pFbI/AAAAAAAAZPQ/oRjW-Mldljo/s1600/436px-Le_confessioni_d'un_italiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-lpZXp1xiUp0/UpJ3-91pFbI/AAAAAAAAZPQ/oRjW-Mldljo/s400/436px-Le_confessioni_d'un_italiano.jpg" width="290" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Le_confessioni_d%27un_italiano">Manoscritto autografo del romanzo </a></span></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="text-align: justify;">L' avventura umana di Carlo Altoviti e il suo complesso rapporto con Pisana nel periodo della conquista napoleonica dell'Italia e delle lotte risorgimentali. Un romanzo storico di formazione e un grande classico, che si può leggere <a href="https://www.liberliber.it/online/autori/autori-n/ippolito-nievo/le-confessioni-dun-italiano/">qui</a>.</span></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino TO, Italia45.0703393 7.686864000000014144.8909233 7.3641405000000137 45.249755300000004 8.0095875000000145tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-72112321149644936462018-03-10T23:47:00.002+01:002018-03-10T23:47:25.132+01:00Questione di freezer<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Scampi al forno su pavè di patate</span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-lA6qIaeN2Ms/WqRf_phtIiI/AAAAAAABsRA/MuSXK-qsO3cuu1G6o2TikrEDZbZOd3wdACEwYBhgL/s1600/scampi%2Bal%2Bforno%2Bcon%2Bpatate_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1066" data-original-width="1600" height="426" src="https://3.bp.blogspot.com/-lA6qIaeN2Ms/WqRf_phtIiI/AAAAAAABsRA/MuSXK-qsO3cuu1G6o2TikrEDZbZOd3wdACEwYBhgL/s640/scampi%2Bal%2Bforno%2Bcon%2Bpatate_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
<i>Tra le situazioni stressanti che possono capitare nel corso della vita quella della morte del frigorifero è certamente una fra le più comunemente sentite. Già duramente provata dalla morte in estate del l'anziano frigorifero di famiglia, che aveva onorevolmente e amorevolmente servito per almeno trentacinque anni, ripagato dalla medesima con la ricerca di introvabili guarnizioni d'epoca, eccomi quest'inverno, ancora emotivamente impreparata, ad affrontare la dipartita del freezer di Torino. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i></i></div>
<a name='more'></a><i>Il che mi ricorda un aneddoto che mi raccontò mia madre, protagonista la nonna Maria, bisnonna acquisita materna, che con le sue amiche partecipava ai funerali delle vicine di casa più anziane.</i><br />
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<i>La funzione funebre in latino, nella Torino degli anni 40 del secolo scorso: "Ora pro ea" salmodiava il curato. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un guizzo degli occhi delle amiche, la mano alla bocca a nascondere un attacco di fou rire; perché la formula in piemontese suonava come "era pro veja", era veramente vecchia. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Humor torinese d'antan.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Anche il frigorifero di Torino aveva la sua età e quindi me lo aspettavo - perché come tutte le rotture degli elettrodomestici si prosegue a ondate - ma, come a tutte le perdite, non si arriva mai abbastanza preparati. Anche se, questa volta, ho goduto di insospettabili fortune: non solo il frigorifero, essendo un modello antico aveva due motori separati per cui il frigo ha continuato a funzionare, ma la persistente ondata di freddo mi ha consentito di conservare le derrate sul balcone consentendo la consumazione di buona parte delle scorte surgelate. Con conseguenti deroghe dai piani di consumo precedenti, ma sicuramente con una variazione consistente del menù settimanale; per cui invece della pasta o del risotto o della paella o della crema di ceci a cui gli scampi erano destinati sono passata a maniere più spicce: nuove scorte da consumare mi aspettavano.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sorvolerò sulla quantità e qualità degli alimenti conservati - forse solo l'ipotesi di ospitare un branco di Tartari giustificherebbe le quantità di carne trita riesumata - per rivolgere un appello alla popolazione: state attenti, il fenomeno è contagioso. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La prima vittima, dopo il frigo di Rivoli, è stato il frigo dell'amica Franca; e purtroppo non finisce qui. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Dopo aver parlato con l'amica Laura della dipartita del secondo frigo mi arriva un messaggio What's App: "Senti un po', questa storia deve finire e che cavolo questa amicizia tra frigoriferi non mi piace si sono parlati tra loro e si sono messi in combutta anche il nostro KO, sto matrimonio non s'ha da fare". </i><i>Cambiarono il frigo in settimana, facilitati dal fatto che non era incassato nella cucina.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Perché a parte lo stress cambiare il frigorifero significa affrontare tutta una serie di problemi, non solo legati alla conservazione degli alimenti: da quello della ricerca del tecnico, più o meno accettabilmente economico, a quello dell'incasso del frigorifero.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Intanto perché, anche volendolo cambiare con uno non da incasso, la consegna dei frigoriferi, in tutti i negozi, prevede che il medesimo sia già bello che pronto e scodellato dal suo guscio dal momento che nessuno - nemmeno su offerta di laute prebende - si presta a tale operazione ne' può ritirarlo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Problema affrontato con il primo frigorifero dopo lunga riflessione per gentile concessione della proprietaria di un mercatino dell'usato; ovviamente i manovali, pur pagati, tolsero il frigo ma mi lasciarono lì l'incasso, che riuscii, solo grazie all'aiuto di due amiche, a scollegare dal resto della cucina e trascinare fuori per lo smaltimento.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Invece per questo frigorifero essendo la cucina in legno la scelta è stata di mantenere la struttura esterna. Il tecnico - fortunosamente trovato grazie a una collega - si attiva, dopo essere venuto e aver decretato in meno di quindici minuti la morte della creatura al modico prezzo di chiamata, trova un altro frigorifero e nel giro di una settimana lo porta per il montaggio. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sicuramente sarò prevenuta ma, almeno per la mia esperienza di donna che si occupa di manutenzione, avverto sempre una certa tendenza alla diffidenza nei miei rapporti con gli artigiani. E' pur vero, sono solo un tecnico laureato - aggravante che mi guardo bene dal rivelare, dal momento che, si sa. un titolo che certifichi capacità di ragionamento logico e attitudine alla risoluzione di problemi a che vale rispetto al lavoro manuale? - ma già il solo fatto di essere di sesso femminile sembra farli ritenere che possa avere problemi con l'udito, la vista e, in generale, la capacità di comprendere; e questo per tacere della mia caparbia propensione a voler esprimere suggerimenti e opinioni sul loro operato o, in generale, a pretendere che sia svolto in una certa maniera.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Per farla breve il frigorifero, pur essendo di misure standard ha le ante posizionate ad altezze differenti; la proposta del tecnico: bloccarle insieme e unire ad essere le due ante del frigo e del freezer. Peccato che così ad ogni apertura di frigo si dovesse aprire anche quest'ultimo. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Propongo allora di iniziare dall'anta in alto e che invece di unire le porta si possa comunque mantenerle separate: l'unico problema è ricordarsi di aprire il frigo prima del freezer, ma questa è una questione che riguarda solo me; per essere sicura mimo il procedimento. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Evidentemente però non mi sono spiegata bene perché, quando torno a vedere - essendo donna la mia assidua presenza è malvista - la seconda anta non era stata bloccata alla struttura; poco male si fa subito, bloccandola solo da una parte. Il tecnico si degna di spiegarmi - come se fosse un segreto che si tramanda ai soli iniziati ai misteri del frigorifero - che non si può per via della struttura e che nei frigo essendo cambiate le dimensioni ci sono degli inviti per il bloccaggio delle viti; evito di dirgli che fare dei buchi nuovi può essere più difficile ma non impossibile.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Poi c'è la questione del frigo che all'interno della struttura si muove; il tecnico lo vuole inchiodare alla struttura; mi oppongo perché così, in caso di ispezione, mi è più difficile muoverlo e chiedo di mettere delle zeppe. Le mette ma, ovviamente, sporgono dalla struttura e devo richiedere che si infilino a maggior profondità o almeno si riducano. Le riduce; sorvolo sulla forma finale, comprerò un pezzo di regolino e lo metterò davanti per mascherarle. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Se ne vanno - lui e l'aiutante nordafricano (che, pur con maggiori problemi linguistici sembrava, tra i due il più propenso alla comprensione, avendo da solo individuato il fatto che esisteva sul vecchio frigo una sorta di spoiler per il bloccaggio e avendo proposto di riutilizzarlo) non senza essersi appropriati di una delle mie poche biro in servizio attivo, prestata per fare dei segni sulle zeppe e andata dispersa nel momento di firmare la garanzia. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Gli sequestro l'imballo in polistirolo e lo smaltisco nell'apposito cassonetto prima che possano fare altri danni, come nelle comiche. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E tutto questo è niente, come mi raccontò l'amico Fabrizio che abita a Venezia, isola della Giudecca. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Pare che lì cambiare un frigo possa essere un'avventura ancora più perigliosa. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Intanto perché il frigorifero arriva in barca, per cui volendo comprarlo on line - forse la strada più facile a Venezia, data la scarsità di negozi specializzati - bisogna organizzarsi anche per un trasporto più oneroso, avventuroso e non alieno da rischi, per fattori naturali ma soprattutto umani. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>I due facchini che gli consegnarono l'ultimo glie lo lasciarono, dopo lunga e colorita discussione sul molo vicino a casa, sostenendo che non passava dalla porta. </i></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Il mio amico - intellettuale dalla scarsa vista e scarna corporatura - dovette trascinarselo da solo dal molo al di là dell'ingresso; tornarono per terminare il lavoro - trasporto sulle scale del frigo e ritiro del vecchio - solo dopo lungo sollecito.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Ma ora sono a posto, domani - incrociando le dita - potrò finalmente accenderlo, perché come si sa, i frigoriferi dopo l'acquisto devono riposare. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Spero di riposare anch'io. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fino al prossimo guasto.</div>
(per due esausti proprietari di frigo nuovo)<br />
<br />
400 gr di scampi (io decongelati)<br />
4/5 patate medie<br />
1 spicchio d'aglio<br />
olio qb<br />
erbe aromatiche assortite qb<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mettere il pesce a marinare per almeno un'ora in sufficiente olio aromatizzato con erbe e con lo spicchio d'aglio schiacciato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pelate le patate e tagliarle piuttosto finemente; metterle in una teglia rivestita di carta da forno, coprendole poi uniformemente con gli scampi e l'olio di marinatura del pesce. In forno caldo a temperatura media (180°) per 15/ 20 minuti, girando gli scampi una volta perché cuociano bene da entrambi i lati. Servire caldo.</div>
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino TO, Italia45.070312 7.686856499999976244.8908855 7.3641329999999758 45.2497385 8.0095799999999766tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-49487113977498643932017-12-24T22:42:00.001+01:002017-12-24T22:42:12.883+01:00Come topolini in una noce di cocco<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: large;">Auguri di buon Natale 2017</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-B_jSZ9bXQXw/WkAU244R5jI/AAAAAAABsQc/YMi2H_Bz44oRj4PADkzXa7k0FiBc629cQCEwYBhgL/s1600/25399191_2010044302613782_645736098093624368_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="675" height="640" src="https://2.bp.blogspot.com/-B_jSZ9bXQXw/WkAU244R5jI/AAAAAAABsQc/YMi2H_Bz44oRj4PADkzXa7k0FiBc629cQCEwYBhgL/s640/25399191_2010044302613782_645736098093624368_n.jpg" width="450" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-size: x-small;"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Beatrix Potter (1866 - 1943), Hildesheim and Faulkner, <i>Mice in a Coconut</i>, 1891,chromolithograph card.</span><br />
<span style="font-size: x-small;"><br /></span>
<span style="font-size: x-small;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: xx-small;">Due topolini in una noce di cocco, di cui pare siano golosi; ma esiste anche una filastrocca per bambini. </span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: xx-small;">E anche una ricetta tradizionale, alla quale i bambini possono partecipare, per fare topolini con la farina di cocco (e lo zucchero e il latte condensato). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: xx-small;">Auguri per un felice Natale; ma anche per un nuovo anno, ricco di stimoli e all'insegna degli incroci di stimoli, culture, interpretazioni.</span></div>
</div>
<span style="font-size: x-small;">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</span></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino TO, Italia45.070312 7.686856499999976244.8908855 7.3641329999999758 45.2497385 8.0095799999999766tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-25669718208033007592017-11-24T10:41:00.002+01:002017-11-24T10:41:30.317+01:00Coccolarsi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Vellutata di lattuga</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-TQS-s3ewQBE/WhfpHFKvLbI/AAAAAAABsPw/Az9duCVJDywrJpbvqye-lla5Q8CxVLhewCLcBGAs/s1600/vellutata%2Bdi%2Blattuga_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1066" data-original-width="1600" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-TQS-s3ewQBE/WhfpHFKvLbI/AAAAAAABsPw/Az9duCVJDywrJpbvqye-lla5Q8CxVLhewCLcBGAs/s640/vellutata%2Bdi%2Blattuga_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<i style="text-align: justify;">Coccolarsi quando si è a casa con la prima brutta infreddatura della stagione, il frigo pieno non si sa di che, quando ecco dal fondo comparire della lattuga. Una bella zuppa, anzi una vellutata, qualcosa di caldo e morbido come una coperta di lana sul (o dentro) lo stomaco.</i><br />
<a name='more'></a><i style="text-align: justify;">L'estraniamento di una febbriciattola leggera, ma la preparazione è facile però, un buon rapporto sforzo/beneficio.</i><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per coccolarsi un po'</div>
<span style="text-align: justify;">(dosi per 4 persone)</span><br />
<br />
1 bel cespo di lattuga<br />
2 cucchiai colmi di farina<br />
1 cucchiaio di olio<br />
1/2 litro di latte<br />
1 cipollotto piccolo<br />
1 cucchio di dado vegetale<br />
acqua qb<br />
sale qb<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
In una pentola col coperchio mettere a cuocere il cipollotto tagliato a pezzi non troppo grandi e le foglie di lattuga con un poco di acqua, il dado e una abbondate presa di sale; una volta cotto frullare il tutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
In una pentola diversa mettere a brunire la farina insieme all'olio, mescolando bene con la frusta e aggiungendo una volta tostato leggermente il composto, il latte, come per creare una besciamella. Aggiungere la lattuga frullata e terminare la cottura, aggiungendo sale o acqua alla bisogna. </div>
<div style="text-align: justify;">
Buona subito, migliore se lasciata riposare almeno mezza giornata.</div>
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino TO, Italia45.070312 7.686856499999976244.8908855 7.3641329999999758 45.2497385 8.0095799999999766tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-2690799831747448092017-11-04T19:24:00.002+01:002017-11-04T19:31:32.261+01:00Ricette quasi perfette<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Gnocchi di zucca violina</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-MOOn5QPhZpc/Wf4EPIrJXOI/AAAAAAABsPY/X3NZIxyra2I-bx5qvlJgSLqJq6LRp5u2wCLcBGAs/s1600/gnocchi%2Bdi%2Bzucca%2Bviolina_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><i><img border="0" data-original-height="1066" data-original-width="1600" height="426" src="https://4.bp.blogspot.com/-MOOn5QPhZpc/Wf4EPIrJXOI/AAAAAAABsPY/X3NZIxyra2I-bx5qvlJgSLqJq6LRp5u2wCLcBGAs/s640/gnocchi%2Bdi%2Bzucca%2Bviolina_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></i></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La cuoca, fortunata posseditrice di una zucca violina - che, sia detto per inciso non si sa perché si lasci sempre attirare a comprare, la zucca, si intende, data la difficoltà di taglio - legge una ricetta per gli gnocchi che l'attira, o meglio, più che una ricetta, una suggestione, essendo la medesima senza dosi certe.</i></div>
<a name='more'></a><i style="text-align: justify;">Pur apprezzando il fascino dell'indeterminato, occorre dire, però, che la cuoca ha pur sempre bisogno, in mancanza di qualcuno che le faccia vedere il procedimento, di qualche dose.</i><br />
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E, in anni di esperienza, anche la cuoca ha capito che esistono in rete vari tipi di siti di ricette, da quelli che possono considerarsi una garanzia, con una foto realizzata dagli autori e dosi ragionevolmente attendibili a quelli di cui diffidare; tra i più pericolosi di quest'ultima categoria ci sono gli improponibili, siti creati come banche dati da loschi individui che di cucina non capiscono niente e copiano o creano ricette non realizzabili.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Come nel triste caso di una ricetta per la trippa di agnello, cotta in umido col sugo rosso. Incauta fu la cuoca a comprarla - l'aveva trovata al mercato delle carni di Porta Palazzo, dove le macellerie sono quasi tutte rumene e offrono cibi più esotici e quindi più invitanti, ma che spesso non si sa come preparare - e ancora più incauta a fidarsi della ricetta; per farla breve, dopo una lunga e infruttuosa cottura, essendo la trippa di consistenza cementizia, pur di non darsi per vinta la cuoca la frullò e ne fece delle polpette.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Esistono poi i siti approssimativi, che indicano le materie prime ma non i materiali; un po' come le vecchie cuoche che, andando ad occhio, guidate dall'occhio e dall'esperienza sfornavano perfetti manicaretti; salvo creare nelle sfortunate che chiedevano le loro ricette, piatti immangiabili e conseguenti complessi di inferiorità.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ma la categoria più insidiosa è quella dei siti con ricette che pur apparendo attendibili, hanno al loro interno elementi che una cuciniera con qualche esperienza può individuare come non congruenti, che, e utilizzati, renderebbero la preparazione inutilizzabile.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Destreggiandosi tra Scilla e Cariddi e appoggiandosi alla sperimentata ricetta degli <a href="http://lacuocacialtrona.blogspot.it/2012/05/gnocchi-di-patate-della-mamma.html">gnocchi di patate della mamma</a> la cuoca mette infine a punto una ricetta credibile e che soddisfa il criterio di fattibilità.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Potrete fidarvi? Credo di sì...</i></div>
<br />
<br />
Per 4/6 amanti della zucca (e degli gnocchi)<br />
<br />
1 kg di polpa al netto di buccia<br />
3 hg di farina per l'impasto + altra per la lavoraziione<br />
1 pizzico di sale<br />
1 uovo<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Con questa ricetta gli gnocchi vengono di consistenza soda, come quelli industriali - soda sì, ma non dura, intendiamoci. Comunque la prossima volta che li farò aggiungerò magari un cucchiaio d'olio evo all'impasto; altre uova no, benché certe ricette abbondino, perché con queste dosi l'impasto riesce ad essere maneggiato, cosa impossibile se fosse troppo liquido. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cuocere in forno su una taglia rivestita di carta forno e a temperatura media (ca 180 gradi) la zucca tagliata a pezzetti (più sono piccoli e più si farà in fretta).</div>
<div style="text-align: justify;">
Schiacciare la zucca calda molto bene con un forchetta fino a ottenere una poltiglia uniforma e aggiungere la farina (3 hg), il sale e l'uovo al composto mescolando bene</div>
<div style="text-align: justify;">
Su una tavola ben infarinata prendere cucchiaiate di impasto e rotolandolo nella farina formare dei salamini del diametro di un cm e mezzo circa; tagliali a tocchetti con il coltello per formare gli gnocchi; è inutile passarli nella forchetta per creare le strisce perché scompaiono in cottura. </div>
<div style="text-align: justify;">
Fare cuocere subito, sia che si consumino immediatamente o no - nel caso possono essere fatti rinvenire in acqua calda se avanzano . o surgelare il surplus. </div>
<div style="text-align: justify;">
Condire con un sugo di burro, salvia e aglio o con sugo di burro, zucchero e cannella.</div>
<br />
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino TO, Italia45.0703393 7.686864000000014144.8909233 7.3641405000000137 45.249755300000004 8.0095875000000145tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-67779050374233955302017-08-02T19:37:00.005+02:002017-08-02T19:39:26.995+02:00Crogiolo di idee<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Polpette di ricotta al limone e basilico</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-d5MoWyXy0gA/WYIMqRTZ9SI/AAAAAAABsOQ/WhLctc24rkgR1KolqvA_Vhla7S_VSskAwCLcBGAs/s1600/polpette%2Bricotta%2Blimone%2Bbasilico_lacuocaciatrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1066" data-original-width="1600" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-d5MoWyXy0gA/WYIMqRTZ9SI/AAAAAAABsOQ/WhLctc24rkgR1KolqvA_Vhla7S_VSskAwCLcBGAs/s640/polpette%2Bricotta%2Blimone%2Bbasilico_lacuocaciatrona.JPG" width="640" /></a></div>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i>Quando fa caldo, molto caldo, e il frigo piange per la poca voglia di uscire a fare la spesa.</i><br />
<a name='more'></a><br />
<i>Quando è proprio la scarsità di ingredienti a far nascere buone idee; la penuria e la voglia di sapori freschi, il basilico, il limone, per queste polpette salate ma con una punta di dolce perché, oltre al pane, nell'impasto ci sono anche dei biscotti secchi.</i><br />
<br />
<br />
Perché fa caldo, molto caldo<br />
(da mangiarsi calde o fredde nel sugo o meno)<br />
<br />
200/250 gr di ricotta<br />
1 uovo<br />
la buccia grattugiata di mezzo limone,<br />
2 manciate di foglie di basilico tritate anche grossolanamente<br />
Abbondante pane secco ammollato nell'acqua e strizzato e analoga quantità di biscotti sbriciolati (io biscottini di Novara) tanto da rendere l'impasto abbastanza solido<br />
1 presa di sale<br />
farina qb per impanare le polpette<br />
olio evo abbondante per friggere.<br />
<br />
Amalgamare ricotta, pane e uovo, aggiungere basilico tritato, buccia grattugiata di limone e sale, formare palline della dimensione di una noce, rotolarle nella farina e friggerle nell'olio ben caldo.<br />
Servire calde o fredde, nel sugo o meno.<br />
<br /></div>
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<span style="font-size: large;">Polpette di acciughe</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-bfKJ8M9LUtQ/WQB_TfyLHrI/AAAAAAABsMQ/-o5qytaPtwYfD5zl9gfGEWvhzjCYjbQdQCLcB/s1600/IMG_3114.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" height="424" src="https://2.bp.blogspot.com/-bfKJ8M9LUtQ/WQB_TfyLHrI/AAAAAAABsMQ/-o5qytaPtwYfD5zl9gfGEWvhzjCYjbQdQCLcB/s640/IMG_3114.JPG" title="polpette di acciughe La cuoca cialtrona" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Mi ero molto divertita, qualche settimana fa, a seguire in televisione un'intervista all'attore Luca Zingaretti che parlava delle sue esperienze all'estero come protagonista della serie del commissario Montalbano tratta dai romanzi di Andrea Camilleri.</i><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Una delle domande riguardava la grande popolarità che la serie televisiva aveva anche presso il pubblico estero; e qui Zingaretti descriveva la conversazione avuta con un pari britannico, che gli aveva raccontato come, in occasione della trasmissione delle puntate dello sceneggiato da parte della televisione locale, avesse organizzato, nella dimora avita nella campagna inglese, serate a tema con gli amici per poter gustare in compagnia le avventure del commissario insieme a cene in stile, si suppone, italiano.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Questo per dire come il gusto dell'esotico - come deve essere considerata la Sicilia agli occhi degli altri paesi europei - supportato da una bella ambientazione e adeguate riprese cinematografiche, insieme all'accenno alla cucina del posto possa avere una grande presa sul vasto pubblico.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Venendo a noi, la ricetta di oggi - le polpette con acciughe - mi è stata data da un collega di lavoro, Stefano che, oltre a insegnare musica è appassionato di cucina e ottimo cuoco. Perché forse, è proprio vero che, in Italia, siamo come ci descrivono nei libri e negli sceneggiati: si lavora, ma si parla. anche, e spesso, di cibo. E, soprattutto. si mangia; e per rendersene conto basterebbe, fare un giro nella sala comune di un qualsiasi ambiente di lavoro per vedere comparire, ad ogni occasione di festa,o rientro dalle vacanze, cibarie assortite.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E il piacere della cucina non si ferma alla condivisione e degustazione, ma si nutre, anche, delle conversazioni che ne descrivono teoria e tecnica, fino alla preparazione e successivo invio di foto e descrizioni su cellulare. Oltre ogni sfrenata fantasia folkloristica e luogo comune.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Come una fiction, ma senza il morto.</div>
<div style="text-align: justify;">
(dosi per 6 italiani o aspiranti tali)<br />
<br />
Per le polpette<br />
<br />
400 gr di alici fresche<br />
mezza patata bollita<br />
mollica di pan carrè bagnata nel latte<br />
1 spicchio di aglio grattugiato<br />
1 uovo<br />
capperi tritati qb<br />
pinoli qb<br />
prezzemolo tritato qb<br />
pangrattato qb<br />
farina qb<br />
olio evo qb<br />
sale qb<br />
pepe qb</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
per il sugo<br />
<br />
passata di pomodoro qb (dai 500 gr in sù, direi)<br />
concentrato di pomodoro qb<br />
1 spicchio d'aglio<br />
olio evo qb<br />
sale qb<br />
<br />
<i>"Alla fine spunti varti e un po' di improvvisazione</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Tutto passato con la mezzaluna.</i><br />
<i>Polpettine passate nella farina e fritte.</i><br />
<i>A pare un sugo semplice olio aglio concentrato di pomodoro e passata, fatto andare per un quarto d'ora.</i><br />
<i>Unite le polpette...Dieci minuti..."</i><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Graie Stefano. Ottime. Piacerebbero anche a Montalbano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8908855 7.3641329999999758 45.2497385 8.0095799999999766tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-39320980018848971302017-02-12T19:21:00.000+01:002017-02-12T19:21:37.968+01:00Di luna calante<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Carciofini sottolio</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-lWA8Q6P7RW4/WKCc1kaLo_I/AAAAAAABsLA/UO5EpVy979gUWC4zIuh3rIHG7bISb1zwACLcB/s1600/carciofini%2Bsottolio_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://1.bp.blogspot.com/-lWA8Q6P7RW4/WKCc1kaLo_I/AAAAAAABsLA/UO5EpVy979gUWC4zIuh3rIHG7bISb1zwACLcB/s640/carciofini%2Bsottolio_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Se qualche anno fa mi avessero domandato da dove vengano i carciofini piccoli, quelli che si usano sottolio, avrei immediatamente pensato a una qualità particolare, un poco come per i cavoletti di Bruxelles.</i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Fino a che due anni fa all'incirca, non li vidi attaccati allo stesso gambo dei loro fratelli maggiori, dichiarando la loro vera natura. quella di essere, di fatto, dei germogli poco cresciuti; e come tali infatti venivano trattati e, anzi, buttati via dai venditori delle bancarelle del mercato. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ora non si sa se per via della nascita di una nuova consapevolezza, dell'abitudine dei venditori di portare sul mercato verdure sempre meno selezionate - nel senso di pulite dalle parti di scarto, vedi i cavolfiori - o della crisi che porta tutti a ingegnarsi vengono venduti a parte, al chilo o comunque a un prezzo più favorevole.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Avendo quindi avvistato una bancarella mi avvicino per comprarli; una distinta signora già ne faceva incetta e, conversando con la verduraia si dichiarava felice di averli trovati, soprattutto dal momento che c'era la luna calante. Da quella cuciniera ignorante che sono mi informo e scopro che si tratta del momento miglior per conservare gli alimenti e soprattutto i sottolio, dal momento che in questo periodo si scongiura il periodo che "friggano", così disse la signora esperta ortolana, alludendo al fatto che talvolta i sottolio, messi via con tanta cura, non si conservano facendo traboccare l'olio dal barattolo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Colta dall'entusiasmo per la nuova scoperta ne compro una cospicua quantità e passo il fine settimana a pulire carciofi...ma volete mettere la soddisfazione di sapere che i miei sottolio mi aspetteranno al sicuro</i>?</div>
<br />
Per un reggimento<br />
(dosi per circa tre vasi da 1 kilo e un vasetto, per un totale di 70 carciofini)<br />
<br />
70 carciofini<br />
1 litro di aceto di vino bianco<br />
1 litro (circa) di olio di semi di girasole<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Pulire i carciofini di tutte le foglie dure e tagliare il gambo (ma senza buttarlo via perché si può utilizzare per altre ricette); lavare i carciofi mettendoli a mollo in acqua acidulata con limone-</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta puliti tutti i carciofi scolarli bene dall'acqua, privarli delle punte spinose, tagliarli a metà e metterli a bollire nell'aceto poco per volta; i carciofi devono coprire il diametro della pentola a non di più. Alla ripresa de bollore calcolare 5 minuti di cottura prima di scolare i carciofi e metterli a scolare in un colapasta con un piatto sotto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lasciare raffreddare e asciugare i carciofi per una notte, poi invasare in vasi freddi, ben puliti e sterilizzati (io uso il forno, a 130 gradi per 20 minuti), aggiungendo per ogni vaso qualche chiodo di garofano e grano di pepe. Riempire i vasi a strati, curando di stipare bene i carciofini e aggiungendo l'olio man mano, in modo da non creare bolle d'aria. Lasciare riposare i vasi per qualche giorno, con il coperchio solo appoggiato sopra, in modo che tutta l'aria possa fuoriuscire prima di chiuderli. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lasciare riposare per almeno due settimane prima di consumare.</div>
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-30559805636599770132017-02-06T21:52:00.001+01:002017-02-06T21:52:43.373+01:00Colazioni virtuose<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Torta di mele cotta in padella</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-ys6vspxFAwE/WJePi6QDFNI/AAAAAAABsKs/_qAMMhZUlJUQt0JcaYAzAH6P7NrbYIDTwCLcB/s1600/tirat%2Bdi%2Bmele%2Bin%2Bpadella_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://3.bp.blogspot.com/-ys6vspxFAwE/WJePi6QDFNI/AAAAAAABsKs/_qAMMhZUlJUQt0JcaYAzAH6P7NrbYIDTwCLcB/s640/tirat%2Bdi%2Bmele%2Bin%2Bpadella_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>I buoni propositi.</i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>O, piuttosto l'incoraggiamento per riuscire ad affrontare l'inizio settimana.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Con una torta per la colazione fatta in casa, ma senza usare il forno, con la conseguente cottura di altri piatti per sfruttare al meglio il calore e la successiva pulitura; come a dire una preparazione ecologica, economica e salutare. E anche un poco fagnana, ossia fannullona, come nella migliore tradizione cialtrona.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Va da sé che, comunque, se non fosse buona, questa torta, non converrebbe comunque prepararla</i></div>
<br />
Per otto colazioni virtuose<br />
<br />
250 gr farina<br />
3 uova<br />
1 bustina di lievito<br />
100 gr + 2 cucchiai di zucchero di canna<br />
100 gr di olio di semi di girasole<br />
2 mele pelate e affettate per il lungo<br />
1 limone (succo più buccia grattugiata)<br />
1 cucchiaio da tè di cannella (facoltativo)<br />
burro o olio di semi di girasole qb per ungere la padella<br />
acqua qb ( un bicchiere non troppo grande)<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
In una capiente terrina mescolare farina, lievito, la cannella, la buccia di limone grattugiata e i 100 gr di zucchero; aggiungere l'olio, le uova, il succo di limone mescolando bene e tanta acqua quanto basti a rendere il composto non troppo solido nè troppo liquido (dovrebbe bastare un bicchiere non troppo grande).</div>
<div style="text-align: justify;">
Imburrare una padella antiaderente di circa 30 cm di diametro e spolverarla con un cucchiaio di zucchero (non di più, altrimenti si attacca) prima di posizionarci ben sparse le fette di una mela; aggiungere sopra tutto il composto livellandolo bene prima di metterla a cuocere sulla fiamma più grande della cucina a gas messa al minimo (non il minimo della fiamma, ma il minimo della fiamma prima che si spenga, è importante che la cottura sia quanto più possibile lenta perché la torta possa ben lievitare) coprendo la padella con il coperchio, meglio se di quelli alti e un po' bombati per ottenere un effetto forno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fare cuocere all'incirca per mezzora poi controllare se la torta si è quasi completamente solidificata; quando rimarrà solo uno strato morbido in cima inserire nell'impasto di taglio le fettine della seconda mela e cospargere con il cucchiaio di zucchero rimasto. Le mele vengono messe in questa maniera e non nell'impasto per poter favorire la lievitazione che altrimenti sarebbe troppo ridotta e la torta troppo umida e poco cotta all'interno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Portare a termine la cottura quando la parte superiore si sarà completamente solidificata e la torta si comincerà a staccare sui birdi; a questo punto girare la torta nella padella come se fosse una frittata aiutandosi con il coperchio e terminare la cottura lasciando cuocere la torta per altri 10 minuti circa, sempre sulla stessa fiamma. Fare raffreddare prima di consumare.</div>
<br />
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-37775248474972086732017-02-05T21:50:00.003+01:002017-02-05T21:50:30.438+01:00Frittelle di radicchio e mele al limone<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Minimalia n.49</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-7Ivd_U3Csr0/WJeLcr41vaI/AAAAAAABsKg/S72Th9gy_mAOuoXTDc-SF1_37wyTB6XBgCLcB/s1600/frittelle%2Bdi%2Bradicchio_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://3.bp.blogspot.com/-7Ivd_U3Csr0/WJeLcr41vaI/AAAAAAABsKg/S72Th9gy_mAOuoXTDc-SF1_37wyTB6XBgCLcB/s640/frittelle%2Bdi%2Bradicchio_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Cosa fare delle ultime foglie di un cespo di radicchio?</div>
<a name='more'></a><span style="text-align: justify;">Frittelle, tagliando in striscioline sottilissime, aggiungendo una mezza mela pelata, la polpa tagliata anch'essa a striscioline sottilissime e una grattatina di scorza di limone; il tutto messo a amalgamarsi in una pastella fatta con un uovo, farina e acqua minerale (o con un pizzico di bicarbonato),</span><br />
<div style="text-align: justify;">
Con un cucchiaino da te si prendono cucchiaiate - gonfiano, in cottura - e si friggono in olio di oliva ben caldo, prima di scolarle sulla carta assorbente e salarle; e mangiarle ben calde, naturalmente.</div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-14734907028108792562017-01-07T00:58:00.000+01:002017-01-07T13:24:24.921+01:00Cercando l'ispirazione<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Borsch o zuppa di rape rosse vegetariana</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-AeCW5JYxZx4/WHAk2Sg37jI/AAAAAAABsKE/qVtXJARw8tE3sgnXXLVj4VnEdKl8Ev99gCLcB/s1600/borsch%2Bminestra%2Bdi%2Brape%2Brosse%2Bvegetariana_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://1.bp.blogspot.com/-AeCW5JYxZx4/WHAk2Sg37jI/AAAAAAABsKE/qVtXJARw8tE3sgnXXLVj4VnEdKl8Ev99gCLcB/s640/borsch%2Bminestra%2Bdi%2Brape%2Brosse%2Bvegetariana_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>La vita è dura per la donna di cultura, che è uno tra gli assiomi preferiti dall'amica Alida, descrive bene la situazione della cuoca che, in quanto tale, deve cambiare ogni anno professione nonché, va da sé luogo di lavoro.</i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Così quest'anno una consistente parte di tempo la trascorrerà nei pressi di corso Racconigi, evento che, nella fattispecie, le consente di frequentare l'amatissimo mercato che vi si svolge. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E' infatti in corso Racconigi che, per grandezza e popolarità può rivaleggiare con il mercato di Porta Palazzo che si trovano le migliori occasioni e i cibi più esotici di Torino; per farla breve, attirata da un'offerta - rape rosse ancora da cuocere - e da una conversazione con l'amica Elisa - che a Natale progettava di preparare il borsch - la cuoca si munisce di rape.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Alla ricerca di una visione - come direbbe Banderas aspirante Zorro - la cuoca, aspirante slava, cerca una ricetta e un'ispirazione; non che in rete manchino le fonti, anche perché la mitica minestra pare essere diffusa in tutta l'Europa centro orientale e oltre. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Suggestionata dall'amica Elisa, che la vuole piatto unico con carne si reca allora al mercato coperto, dove sono ospitati i negozi di macelleria; e, unendo l'utile al dilettevole, con la timidezza che la contraddistingue, passa a interrogare il macellaio, che, come quasi tutti quelli presenti nei mercati di Torino proviene dalla Romania. Lui nega di sapere la ricetta - il borsch glie lo prepara la madre, che cucina bene anche se troppo abbondantemente per la sua (del macellaio) silhouette - consiglia però di provare la versione vegetariana, a suo dire migliore. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Uscita dalla macelleria con un inutile mezzo chilo di spezzatino, avendo lasciato al macellaio un'insopprimibile desiderio di borsch e il suggerimento di invitare la signorina che lavora con lui ad assaggiarlo (il borsch, non il macellaio) la cuoca si avvia vero casa senza una chiara indicazione, le idee sempre più confuse, sempre più sfocata la visione.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un ulteriore colpo di grazia le viene inferto dalla moglie del portinaio - come ha fatto a non ricordarsi che è romena? - che le descrive il borsch di casa sua, che però viene preparato con le radici di prezzemolo. Ovviamente lo prepara raramente, il marito non apprezza.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Così rielaborando varie ricette . tanto si è capito che il borsch ognuno lo prepara come gli pare - la cuoca cucina il borsch a modo suo. E male non è.</i></div>
<br />
Per commensali in cerca di ispirazione<br />
(dosi per 6/ 8 persone, a seconda di quanto lo si apprezzi)<br />
<br />
2 cucchiai di trito di cipolla e carota<br />
2 cucchiai di olio evo<br />
2 rape rosse crude<br />
1 spicchio d'aglio<br />
4 foglie di cavolo cappuccio (quello chiaro, per intenderci)<br />
a cucchiaio di concentrato di pomodoro<br />
1 patata piccola<br />
1 dado vegetale (o ai funghi, che in molte ricette vengono usati)<br />
1 foglia di alloro<br />
2 chiodi di garofano<br />
aneto (secco o fresco, facoltativo)<br />
il succo di 1 limone (o mezzo, da valutare)<br />
sale qb<br />
panna acida (facoltativa)<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
In una capiente pentola a pressione mettere a soffriggere il trito di carota e cipolla; aggiungere il cavolo tagliato finemente e cuocere fino a farlo appassire. </div>
<div style="text-align: justify;">
A parte in una padella antiaderente fare cuocere le rape tagliate a fette con l'altro cucchiaio di olio, l'aglio e i chiodi di garofano, fino a renderle morbide; togliere quindi l'aglio e i chiodi di garofano e aggiungere le rape al cavolo insieme alla patata pelata e tagliata a pezzi, all'acqua necessaria a coprire il tutto e un po' di più, al sale, all'alloro, all'aneto, al concentrato di pomodoro e al dado. </div>
<div style="text-align: justify;">
Cuocere a pressione per circa 10 minuti e lasciare raffreddare in pentola prima di aprire e frullare, Aggiungere il succo di limone valutando l'acidità e servire ben caldo aggiungendo - volendo, ma è buono anche senza, se non di più - nei piatti un poco di panna acida (o yogurt greco, o mascarpone ben mescolato con qualche goccia di limone).</div>
<br />
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-83900224365281997822016-12-25T19:09:00.000+01:002016-12-25T19:09:39.347+01:00Auguri di buone feste 2016<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Cartoline n.13</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-1Iar5hRZ1MY/WF7f4jgDGfI/AAAAAAABsI8/kcLjZqy-XCU7PYU-51KW2N26AtTEhJlxwCLcB/s1600/57681_Christbaum_Ried_Web_Banner.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-1Iar5hRZ1MY/WF7f4jgDGfI/AAAAAAABsI8/kcLjZqy-XCU7PYU-51KW2N26AtTEhJlxwCLcB/s640/57681_Christbaum_Ried_Web_Banner.jpg" width="510" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #525766; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small; letter-spacing: 0.25px; text-align: justify;"><a href="http://www.akg-images.de/archive/Der-erste-Christbaum-in-Ried-2UMDHUH7QVF2.html">Il primo albero di Natale a Ried</a></span></div>
<span style="font-size: x-small;"><div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
(Natale, compleanno del principe mercante e del sindaco Josef Anton Rapolter a Ried). </div>
<div style="text-align: center;">
Franz Ignaz Pollinger, 1848, olio su tela</div>
<div style="text-align: center;">
Ried Volkskundehaus.</div>
</span><br />
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Anno di grandi movimenti, il 1848.in cui venne dipinto questo quadro, per commemorare il primo albero di Natale giunto a Ried, cittadina Tirolese, Patriottico, la bandiera esposta sulla cima sotto l'egida cattolica della madonna. Molte cose avvennero, poi.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Molte cose stanno avvenendo oggi; speriamo n un futuro più sereno.</i></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo!</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-37116359582486913122016-12-23T19:31:00.000+01:002016-12-23T19:31:19.828+01:00Quel che passa il convento<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Zuppa alle mele, carote, porri e finocchi </span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-Z_l54kTtyNE/WF1oHX_3kNI/AAAAAAABsIo/s7rcQbfW1eExI_nt8Cer4WGBLoAJ3rNPACLcB/s1600/zuppa%2Bdi%2Bmele%2Bfinocchi%2Bcarote_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-Z_l54kTtyNE/WF1oHX_3kNI/AAAAAAABsIo/s7rcQbfW1eExI_nt8Cer4WGBLoAJ3rNPACLcB/s640/zuppa%2Bdi%2Bmele%2Bfinocchi%2Bcarote_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Immaginiamo una giornata d'inverno, così fredda che neanche i nostri mantelli di ruvida lana riescono a scaldarci. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>I nostri respiri si gelano nell'aria cristallina; finalmente stiamo per arrivare alla nostra meta, il monastero... </i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>No, non siamo nel 1327 e non siamo per arrivare in una misteriosa abbazia dell'Italia settentrionale, ma a <a href="http://ourladyoftheresurrectionmonastery.webs.com/monastery.htm">Our Lady of the Resurrection, una piccola comunità monastica nello stato di New York,</a> dove vive padre Victor-Antoine d'Avila Latourrette, autore di vari libri di cucina ispirati alla vita liturgica.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Le ricette di padre Victor-Antoine, che le biografie dicono si occupi anche dell'orto del monastero, seguono i ritmi delle stagioni e hanno il profumo delle ricette antiche, quelle trasmesse nei monasteri da persone provenienti da paesi diversi; un pezzo di cucina di casa, che entra a far parte della vita della comunità, in un naturale processo di integrazione culturale.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E la ricetta di questa zuppa, con le sue armonie di sapori e il suo calore - la panna, il vino, parlano di inverni assai freddi - sembra venire da molto, molto lontano</i>.</div>
<br />
<br />
per 4 frati e 2 viandanti<br />
ricetta liberamente tratta e tradotta da<a href="http://www.editions-homme.com/dans-cuisine-frere-victor-antoine/victor-antoine-avila-latourrette/livre/9782761923446"> Dans la cuisine du frère Victor-Antoine: Réflexions et recettes inspirées par les saisons</a><br />
<span style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.870588); font-family: arial, sans-serif-light, sans-serif; font-size: 30px;"><br /></span>
7 tazze 'di brodo di verdure<br />
1 tazza di vino bianco secco<br />
2 mele golden<br />
2 porri (solo la parte bianca)<br />
2 carote<br />
3 piccoli finocchi<br />
1 foglia di alloro<br />
1/2 cucchiaino da tè di timo secco<br />
1/a tazza di panna da cucina (o latte)<br />
sale e pepe bianco qb<br />
1 vasetto di yogurt naturale per guarnire (facoltativo)<br />
<br />
Pulire e tagliare a pezzi mele, porri, finocchi e carote, mettendoli insieme al brodo - io direttamente acqua con dado vegetale - al vino e alle erbe in una pentola a pressione. Fare cuocere per circa mezzora o 45 minuti, ossia per 10 minuti dall'inizio dell'ebollizione, ossia da quando la pentola inizia a fischiare. Lasciare terminare la cottura a gas spento. Una volta che la minestra si sia raffreddata passarla con il mixer a immersione dopo aver eliminato la foglia di alloro. Prima di servire scaldare la zuppa e aggiungere il latte, mescolando bene. Volendo guarnire con lo yogurt (io però preferisco senza)<br />
<br />
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-25296312537328952232016-12-11T19:14:00.000+01:002016-12-11T19:42:34.908+01:00Zenzero marinato<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 21pt; margin-bottom: 0cm;">
<div style="background-color: white;">
<span style="color: #141823; font-family: "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit; font-size: 24px;">Minimalia n.48</span></span></div>
<div style="background-color: white;">
<i style="background-color: transparent; text-align: justify;"><i><br /></i></i>
<i style="background-color: transparent; text-align: justify;"><i><br /></i></i>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-wG4yVra4-Fw/WE2eEGCqg7I/AAAAAAABsII/exbCmVlnfHgA32ezzvlgiNIoPo21J4swwCLcB/s1600/zenzero%2Bmarinato_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://4.bp.blogspot.com/-wG4yVra4-Fw/WE2eEGCqg7I/AAAAAAABsII/exbCmVlnfHgA32ezzvlgiNIoPo21J4swwCLcB/s640/zenzero%2Bmarinato_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<i style="background-color: transparent; text-align: justify;"><i><br /></i></i>
<i style="background-color: transparent; text-align: justify;"><i><br /></i></i>
<i style="background-color: transparent; text-align: justify;"><i><br /></i></i>
<i style="background-color: transparent; text-align: justify;"><i>A scopo preventivo e curativo, per smaltire gli eccessi prima e dopo le feste di Natale; perché, a quanto pare, accelera il metabolismo.</i></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a></div>
<i>
</i><i></i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><i>O forse perchè, almeno a quanto si legge sui social, siamo tornati a una visione del cibo curativo; praticamente come ai tempi di Ippocrate. </i></i></div>
<i>
</i>
<div style="text-align: justify;">
We don't need another hero,<i> insomma, ma ci sarebbe di conforto qualche </i>deus ex machina<i> per aiutarci a risolvere i nostri problemi.</i></div>
<i></i><br />
<div style="text-align: justify;">
<i><i>Qualcosa tipo lo zenzero marinato che, a quanto si dice, sarebbe un acceleratore del metabolismo - o, se non altro, un digestivo e un antinfiammatorio - e che si prepara affettando finemente una radice di zenzero fresco e mettendola a marinare ben coperta da succo di limone insieme a mezzo cucchiaino di sale. </i></i></div>
<i>
</i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><i>Si conserva il tutto in frigo e si mangia in modica quantità - una o due fettine- prima dei pasti.</i></i></div>
<i>
</i>
<div style="text-align: justify;">
<i><i>Funziona davvero? Non si sa; ma, a quanto pare, se non altro </i>non nocet<i>.</i></i></div>
<i>
</i></div>
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 21pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 21pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-90207897420698421312016-12-09T10:39:00.000+01:002016-12-09T10:59:50.154+01:00Cena a casa Buddenbrook<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Stralci n.14</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-rbEX5y2wpVw/WEqAVJ7I5II/AAAAAAABsH4/ef3CD4EBoqwuKZH09rceuZt991hDdx2HACLcB/s1600/Buddenbrook_lacuocacialtrona.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="448" src="https://3.bp.blogspot.com/-rbEX5y2wpVw/WEqAVJ7I5II/AAAAAAABsH4/ef3CD4EBoqwuKZH09rceuZt991hDdx2HACLcB/s640/Buddenbrook_lacuocacialtrona.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: xx-small;"><br /></span>
<span style="font-size: xx-small;"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: xx-small;"><a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Charles_Green_(painter)">Charles Green</a>, Christmas Comes But Once a Year, </span></div>
<span style="font-size: xx-small;"><span style="font-size: xx-small;">
</span></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: xx-small;"><span style="font-size: xx-small;">from the Pears Christmas Annual 1896</span></span><br />
<span style="font-size: xx-small;"><br /></span></div>
<span style="font-size: xx-small;">
</span>
<div class="pDsp41 pCntr" style="background-color: white; margin-top: 0px; text-align: center; width: 235px;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Più volte il campanello era squillato attraverso tutta la casa. Giunse il pastore Wunderlich, un vecchio signore tarchiato, in abito talare lungo e nero, con i capelli incipriati e il volto bianco, placidamente giocondo, in cui brillavano un paio di vispi occhi grigi. Era vedovo da molti anni e si considerava uno scapolo dei vecchi tempi, come il lungo signor Grätjens, il mediatore, che arrivò con lui e teneva in continuazione una mano scarna chiusa a cannocchiale dinanzi all’occhio, come se esaminasse un dipinto; era reputato da tutti un buon conoscitore d’arte.</i><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Arrivarono anche il senatore dottor Langhals con sua moglie, vecchi amici di casa, - per non dimenticare il commerciante di vini Köppen, dal viso largo e rubizzo fra le alte spalle imbottite, insieme con la consorte, altrettanto corpulenta...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Erano già passate le quattro e mezzo, quando finalmente fecero il loro ingresso i Kröger, i vecchi e i figlioli, il console Kröger con la moglie e i figli Jakob e Jürgen che avevano circa l’età di Tom e Christian. E quasi nello stesso momento giunsero anche i genitori della signora Kröger, il commerciante di legname all’ingrosso Oeverdieck e sua moglie, una vecchia e tenera coppia di sposi, che solevano chiamarsi dinanzi a tutti con i vezzeggiativi più affettuosi.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«I raffinati arrivano tardi,» disse Buddenbrook e baciò la mano alla suocera. «Ma arrivano in tanti» e Johann Buddenbrook fece un largo gesto col braccio verso tutta la parentela Kröger, mentre stringeva la mano al vecchio...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Lebrecht Kröger, il cavaliere à la mode, figura alta e signorile, portava ancora i capelli leggermente incipriati, ma vestiva secondo la moda. Sul panciotto di velluto gli sfavillavano due file di bottoni di gemme. Justus, suo figlio, con piccoli favoriti e mustacchi dalle punte all’insù, nell’aspetto e nei modi assomigliava molto al padre; gli erano propri anche gli stessi gesti delle mani, circolari ed eleganti.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Non si posero neppure a sedere, rimasero in piedi aspettando la cosa più importante, e riempiendo l’attesa con discorsi un po’ casuali. E Johann Buddenbrook, il vecchio, offrì ben presto il braccio a Madame Köppen dicendo forte:</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Allora, se abbiamo tutti appetito, mesdames et messieurs...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La signorina Jungmann e la cameriera avevano aperto i battenti della porta bianca della sala da pranzo, e la compagnia mosse lentamente, con calma sicura; si poteva contare su un sostanzioso banchetto, dai Buddenbrook...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>III</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Quando tutti avevano cominciato a muovere verso la sala da pranzo, il padrone di casa più giovane era corso con la mano al lato sinistro del petto ove frusciava una carta: il sorriso di società gli era subito scomparso dal volto per dar luogo a un’espressione tesa e preoccupata; sulle tempie gli vibravano un paio di muscoli, come se rinserrasse i denti. Solo per figura fece qualche passo verso la sala; poi però si trattenne indietro e cercò con gli occhi la madre che, tra gli ultimi, al braccio del pastore Wunderlich, stava per passare la soglia.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Pardon, caro signor pastore... Due parole, mamma!» E mentre il pastore gli faceva un vivo cenno d’assenso, il console Buddenbrook trasse indietro la vecchia signora nella stanza dei paesaggi e presso la finestra.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>È arrivata, per dirla in breve, una lettera da Gotthold,» disse in fretta e a bassa voce, guardandola negli occhi scuri interroganti e traendo di tasca la carta piegata e suggellata. «Questa è la sua scrittura... È la terza volta che gli scrive, e papà ha risposto solo alla prima... Che fare? La lettera è arrivata da due ore, e avrei dovuto rimetterla già al signor padre, ma potevo oggi guastargli il buon umore? Che cosa ne dice, mamma? Si è ancora in tempo per chiamarlo indietro...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«No, hai ragione, Jean, aspetta!» disse Madame Buddenbrook e come le era consueto afferrò con un movimento rapido il braccio del figlio. «Che cosa mai ci sarà dentro!» aggiunse inquieta. «Non cede, quel ragazzo. Si ostina su questo indennizzo per la sua quota della casa... No, no, Jean, non ora... Forse stasera, prima di andare a letto...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Che fare?» ripeté il console, scuotendo il capo chino. «Io stesso, non so quante volte, volevo pregare papà di cedere... Non deve sembrare che io, il fratellastro, mi sia fatto il nido presso i genitori ed abbia intrigato contro Gotthold... anche nei confronti del signor padre bisogna che io eviti di dar quest’impressione. Ma se devo essere sincero... in fin dei conti sono socio della ditta. E poi, per ora, Bethsy e io paghiamo un affitto assolutamente regolare per il secondo piano... Per quanto riguarda mia sorella a Francoforte, ora la cosa è a posto. Suo marito riceve già adesso, mentre papà è vivo, un’indennità, il nudo quarto della somma d’acquisto della casa... È un affare vantaggioso che papà ha concluso benissimo, senza ostacoli, e che dal punto di vista della ditta è estremamente soddisfacente. E se papà si mantiene così brusco verso Gotthold, è...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«No, sciocchezze, Jean, la tua posizione è chiarissima. Ma Gotthold crede che io, la sua matrigna, pensi soltanto ai miei figli e intenzionalmente gli allontani suo padre. È questo il triste...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Ma è colpa sua!» esclamò il console quasi a voce alta, moderandola poi con uno sguardo verso la sala da pranzo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«È colpa sua, questa situazione triste! Giudichi lei, mamma! Perché non ha saputo essere ragionevole! Perché ha dovuto sposare quella Demoiselle Stüwing e la... bottega...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il console accompagnò questa parola con un riso stizzoso e imbarazzato. «È una debolezza l’antipatia del signor padre per la bottega; ma Gotthold avrebbe dovuto rispettare questa piccola vanità...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Ah, Jean, il meglio sarebbe che papà cedesse!»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Ma posso consigliarglielo io?» mormorò il console, con un gesto nervoso della mano verso la fronte. «Sono toccato personalmente, e perciò dovrei dire: paghi, signor padre. Ma io sono anche socio, io devo rappresentare gli interessi della ditta, e se papà, dinnanzi a un figlio disubbidiente e ribelle, non crede d’esser in obbligo di sottrarre la somma al capitale sociale... Si tratta di più di undicimila talleri. È una bella cifra... No, no, io non posso consigliare... ma neppur sconsigliare. Non voglio saperne nulla. Solo, la scena con papà mi è dèsagrèable...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Stasera tardi, Jean. Ora vieni, ci aspettano...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il console ripose il foglio nella tasca sul petto, offrì il braccio alla madre, e insieme fecero ingresso nella sala da pranzo vivamente illuminata, ove gli ospiti avevano appena finito di prendere posto intorno alla lunga tavola.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sullo sfondo celeste delle tappezzerie, tra esili colonne, bianche divinità spiccavano quasi in rilievo. Le pesanti tende rosse erano accostate, e a ciascun angolo della stanza otto candele ardevano su un alto candelabro dorato, oltre a quelle dei candelieri d’argento da tavola. Sul massiccio buffè, dirimpetto alla stanza dei paesaggi, era appeso un grande quadro, un golfo italiano, che coi suoi toni azzurri sfumati così illuminati, faceva un magnifico effetto. Lungo le pareti stavano imponenti sofà dalla spalliera rigida, rivestiti di damasco rosso.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ogni traccia di preoccupazione e di inquietudine era scomparsa dal volto di Madame Buddenbrook, quando ella prese posto tra il vecchio Kröger, che sedeva a capotavola dalla parte della finestra, e il pastore Wunderlich.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Bon appètit!» disse col suo breve, rapido, cordiale cenno del capo, percorrendo con uno sguardo veloce tutta la tavola, fin laggiù dove stavano i ragazzi...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>IV</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Tutti i miei complimenti, ripeto, Buddenbrook!» la voce poderosa del signor Köppen soverchiò la conversazione generale, quando la cameriera con le nude braccia rosse, il pesante abito a righe, la cuffietta bianca sulla nuca, aiutata dalla signora Jungmann e dalla cameriera della moglie del console, ebbe servito la bollente zuppa di erbaggi con il pane abbrustolito e cautamente si cominciarono a usare i cucchiai.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Tutti i miei rispetti! Questa larghezza, questa signorilità... Bisogna proprio dirlo, qui si vive, bisogna dirlo...» Il signor Köppen non aveva frequentato i precedenti proprietari della casa; s’era arricchito da poco, non proveniva certo da una famiglia patrizia e purtroppo non riusciva a perdere l’abitudine di certi modi poco fini come quel ripetuto «bisogna proprio dirlo.»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Ed è anche costato un’inezia,» osservò asciutto il signor Grätjens, che doveva saperlo, e studiò il golfo con la mano a cannocchiale.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>S’era cercato nei limiti del possibile di disporre i commensali a coppie e di interrompere la catena dei parenti con gli amici di casa. Ma non s’era riusciti ad applicare rigorosamente la norma, e come al solito i vecchi Oeverdiek stavano seduti quasi l’una in grembo dell’altro, scambiandosi sorrisi affettuosi. Il vecchio Kröger invece troneggiava alto e diritto fra la moglie del senatore Langhals e Madame Antoinette e, con eleganti gesti delle mani, prodigava alle due signore le sue educate facezie.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Quando è stata costruita questa casa?» domandò attraverso la tavola il signor Hoffstede al vecchio Buddenbrook, che si intratteneva in tono gioviale e un po’ ironico con Madame Köppen.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Nell’anno... aspetta... Verso il 1680, se non sbaglio. Mio figlio, del resto, è più bravo in queste date...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Ottantadue,» confermò con un accenno di inchino il console, che sedeva più in là, senza dama, di fianco al senatore Langhals. «Fu pronta nell’inverno del 1682. La Ratenkamp & C. incominciava allora la sua ascesa brillantissima... Triste, questo declino della ditta negli ultimi vent’anni...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Nella conversazione generale sopravvenne un silenzio che durò mezzo minuto. Tutti guardarono nel piatto e pensavano alla famiglia un tempo così brillante che aveva costruito e abitato la casa, e che ora se n’era andata impoverita, decaduta...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Già, triste,» disse il mediatore Grätjens; «quando si pensa a quale pazzia provocò la rovina... Se almeno Dietrich Ratenkamp non si fosse preso per socio quel Geelmaack! Mi sono cacciato le mani nei capelli, Dio lo sa, quando costui incominciò a mettersi negli affari. Ho saputo da fonte sicura, signori miei, come speculava orribilmente dietro le spalle di Ratenkamp, e rilasciava cambiali e tratte a destra e a sinistra in nome della ditta... Alla fine ci fu il crollo... Le banche diffidarono, mancò la copertura... Loro non ne hanno idea... Chi controllava anche solo il magazzino? Geelmaak forse? Vi hanno fatto man bassa come i topi, anno dopo anno! Ma Ratenkamp non si curava di nulla...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Era come paralizzato,» disse il console. Il suo viso aveva assunto un’espressione tetra e chiusa. Chino in avanti, muoveva il cucchiaio nella zuppa e di tanto in tanto, con i suoi piccoli occhi rotondi e infossati, gettava uno sguardo rapido verso i commensali che sedevano più in là.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Andava avanti come sotto un peso, e credo che si possa capirlo. Che cosa lo condusse ad associarsi con Geelmaack, che portava una miseria di capitale e non godeva certo della migliore reputazione? Deve aver sentito il bisogno di scaricare su qualcuno, chiunque esso fosse, una parte della sua terribile responsabilità, poiché avvertiva che si stava andando inarrestabilmente al tracollo... Era una ditta finita, una vecchia famiglia ormai passée. Sicuramente Wilhelm Geelmaack ha dato solo l’ultima spinta verso la rovina...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Dunque, caro signor console, lei è del parere,» disse con un sorriso accorto il pastore Wunderlich, e versò del vino rosso nel bicchiere della sua dama e nel suo, «che anche senza l’aggiunta di Geelmaack e della sua folle amministrazione, tutto sarebbe andato com’è andato?»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Questo forse no,» disse il console pensieroso, senza rivolgersi ad alcuno in particolare. «Ma credo che Dietrich Ratenkamp dovesse necessariamente, inevitabilmente associarsi con Geelmaack, affinché si compisse il destino... Deve aver agito sotto il peso di una necessità inesorabile... Oh, io sono convinto che in parte sapesse dei maneggi del socio, e poi non fosse così ignaro neppure della situazione del magazzino. Ma era paralizzato.»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Be’, assez Jean,» disse il vecchio Buddenbrook deponendo il cucchiaio. «Questa è una delle tue idées...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il console sollevò il bicchiere verso il padre con un sorriso vago. E Lebrecht Kröger esclamò:</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Suvvia, ora teniamoci alle gioie del presente!»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Così dicendo, afferrò con un gesto cauto ed elegante il collo della sua bottiglia di vino bianco, col tappo sormontato da un piccolo cervo d’argento, la inclinò un poco ed esaminò con attenzione l’etichetta. «C. F. Köppen,» lesse, e accennò col capo al commerciante di vini; «Eh, sì, che cosa saremmo senza di lei!»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>I piatti di Meissen con l’orlo dorato furono cambiati, mentre Madame Antoinette sorvegliava attenta i movimenti delle cameriere, e la signora Jungmann gridava ordini nell’imbuto del portavoce che collegava la sala da pranzo alla cucina. Fu passato in giro il pesce, e il pastore Wunderlich, servendosi con cautela, disse:</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Queste gioie del presente, però, non sono sempre così ovvie. I giovani che ora si rallegrano qui con i vecchi, forse non pensano che poté anche andar diversamente... Io posso ben dire di aver preso parte personalmente, non di rado, alle sorti dei nostri Buddenbrook... Ogni volta che mi vedo davanti queste cose,» - e si volse a Madame Antoinette, sollevando dalla tavola uno dei pesanti cucchiai d’argento -, «mi viene da chiedermi se non facessero parte dei pezzi che, nell’anno sei, teneva in mano il nostro amico, il filosofo Lenoir, sergente di Sua Maestà l’imperatore Napoleone ... e ricordo il nostro incontro nella Alfstrasse, Madame...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Madame Buddenbrook chinò gli occhi dinanzi a sé, con un sorriso tra imbarazzato e memore. Tom e Tony, laggiù in fondo, che non volevano mangiare il pesce e avevano seguito attentamente i discorsi dei grandi, gridarono quasi insieme:</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Oh sì, nonna, racconti!» Ma il pastore, sapendo che ella non amava narrare quel caso per lei un po’ penoso, iniziò in sua vece ancora una volta la vecchia storia, che i ragazzi avrebbero ascoltato volentieri per la centesima volta, e che forse qualcuno non conosceva ancora...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Dunque, si figurino: è un pomeriggio di novembre, freddo e piovoso da far pietà, io me ne torno da una faccenda del mio ufficio, su per la Alfstrasse, e penso alla miseria dei tempi. Il principe Blücher se n’era andato, i francesi erano in città, ma ci si accorgeva poco dell’agitazione che regnava. Le strade erano silenziose, la gente rimaneva tappata in casa. Il macellaio Prahl, che con le mani in tasca, piantato dinanzi alla sua porta, aveva detto con la sua voce più tonante: “Questo poi è troppo, è proprio un po’ troppo!” s’era preso, pam!, una schioppettata nella testa... Be’, io penso: dovrei andare a dar un’occhiata ai Buddenbrook, una parola amichevole potrebbe riuscire gradita; il marito è a letto con la risipola, e Madame avrà il suo da fare con l’acquartieramento.</i></div>
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<i>«Allora, proprio in quel momento, chi mi vedo venir incontro? La nostra stimatissima Madame Buddenbrook. Ma in quale stato! Va a precipizio sotto la pioggia, senza cappello, si è appena gettata uno scialle sulle spalle, non corre, vola, e la sua coiffure è tutto uno scompiglio... Eh, sì, Madame! di coiffure non si poteva quasi più parlare.</i></div>
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<i>«“Che piacevole surprise!” dico, e, poiché ella non mi vede, mi permetto di trattenerla per il braccio, non prevedendo nulla di buono... “Dove corre, mia cara?” Ella mi scorge, mi guarda, ed esclama: “Ah, è lei... addio! È la fine! Vado a buttarmi nel Trave!”</i></div>
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<i>«“Dio guardi!” esclamo, e mi sento sbiancare. “Quello non è posto per lei, mia cara! Ma che è successo?” E la trattengo con tutta la forza che il rispetto consente. “Che è successo?”, grida lei, e trema. “Si son buttati sull’argenteria, Wunderlich! Questo è successo! E Jean è a letto con la risipola e non mi può aiutare! E non potrebbe aiutarmi neanche se fosse in piedi! Rubano i miei cucchiai, i miei cucchiai d’argento; questo è successo, Wunderlich, e io vado a buttarmi nel Trave!”»</i></div>
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<i>«Be’, io trattengo la nostra amica, le dico quel che si dice in questi casi, “Courage,” dico, “carissima!” e “Tutto s’aggiusterà!” e “Vediamo di parlare con quella gente, si calmi, la scongiuro, e andiamo!” E, su per la strada, la riconduco a casa. Nella sala da pranzo, di sopra, troviamo la soldataglia come Madame l’ha lasciata; una ventina di uomini che si danno da fare con il grande cofano dell’argenteria.</i></div>
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<i>«“Signori miei,” chiedo cortesemente, “con chi di loro potrei conferire?” Be’, si mettono a ridere e gridano: “Con noi tutti, papà!” Ma poi si fa avanti uno e si presenta, uno alto come un albero, con i mustacchi neri impomatati e due manacce rosse che sbucano dalle maniche gallonate. “Lenoir,” dice, e saluta con la sinistra giacché nella destra tiene un mazzo di cinque o sei cucchiai d’argento, “sergente Lenoir. Che cosa desidera il signore?”»</i></div>
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<i>«“Signor ufficiale!,” dico, puntando sul point d’honneur. “Le sembra che metter mano in queste cose si concili col suo autorevole grado?... La città non ha chiuso le porte all’imperatore...” - “Che vuole?,” rispose lui, “è la guerra! Gli uomini hanno bisogno di queste posate...”</i></div>
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<i>«“Dovrebbe usare qualche riguardo,” lo interrompo, perché mi viene un’idea. “Questa signora,” dico, e cosa non si dice in simili circostanze!, “la padrona di casa, non è tedesca, è quasi una sua compatriota, è una francese...” - “Come, una francese?” ripete lui. E cosa credono che abbia aggiunto quell’armigero spilungone? “Un’emigrata, dunque? Ma allora è una nemica della filosofia!”</i></div>
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<i>«Rimango di stucco, ma inghiotto la risata. “Vedo che ella è un uomo colto,” dico. “Ripeto che non mi sembra degno di lei metter mano in queste cose!” Tace per un momento; poi d’improvviso diventa rosso, butta i suoi sei cucchiai nel cofano e grida: “Ma chi le dice che io intendessi far altro che dare un po’ un’occhiata a queste cose?! Graziosi oggetti! Se qualcuno dei miei uomini dovesse poi anche prendersi un pezzo per souvenir...”</i></div>
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<i>«Be’, comunque di souvenirs se ne presero abbastanza; appellarsi alla giustizia umana o divina non servì a nulla...</i></div>
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<i>Probabilmente non conoscevano altro dio che quel terribile piccolo uomo... »</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>V</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>«Lei lo ha visto, signor pastore?»</i></div>
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<i>I piatti furono cambiati di nuovo. Comparve un enorme prosciutto dalla crosta impanata, rosso mattone, affumicato e cotto, con salsa di scalogno bruna e aspretta e con una tale quantità di legumi che da un solo piatto tutti si sarebbero potuti saziare. Lebrecht Kröger si assunse la funzione dello scalco. I gomiti leggermente rialzati, i lunghi indici distesi sul dorso del coltello e della forchetta, tagliò con precauzione le fette sugose. Fu servito anche il capolavoro della moglie del console, la «terrina russa,» una composta di varia frutta conservata sotto spirito e piccanti.</i></div>
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<i>No, il pastore era dolente, ma non aveva mai visto Bonaparte. Il vecchio Buddenbrook invece, e Jean Jacques Hoffstede, lo avevano visto faccia a faccia; il primo a Parigi, poco prima della campagna di Russia, in occasione di una parata nel cortile delle Tuileries, l’altro a Danzica...</i></div>
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<i>«Mio Dio, no, non aveva un aspetto cordiale,» disse il poeta sollevando le sopracciglia e mettendosi in bocca una ben composta forchettata di prosciutto, cavoletti di Bruxelles e patate. «Del resto dicono che a Danzica fosse già di ottimo umore. Si raccontava allora una facezia... Lui giocava d’azzardo tutto il giorno con i tedeschi, e non proprio senza rischi; la sera, invece, giocava con i suoi generali. “N’est-ce pas, Rapp,” disse una volta, prendendo dal tavolino una manciata di monete d’oro, “les Allemands aiment beaucoup ces petits Napoléons” - “Oui, Sire, plus que le Grand!” rispose Rapp...»</i></div>
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<i>In mezzo all’ilarità generale - poiché Hoffstede aveva narrato l’aneddoto con garbo, imitando perfino un poco la mimica dell’imperatore -, il vecchio Buddenbrook disse:</i></div>
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<i>«Be’, senza scherzi, ogni rispetto per la sua grande personalità... Che uomo!»</i></div>
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<i>Il console, serio, scosse il capo:</i></div>
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<i>«No, no, noi giovani non sentiamo più alcun doveroso rispetto per l’uomo che assassinò il duca di Enghien, che massacrò gli ottocento prigionieri in Egitto...»</i></div>
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<i>«Tutto questo è probabilmente esagerato e falsato,» disse il pastore Wunderlich. «Il duca doveva essere un leggero e un ribelle, e quanto ai prigionieri, la loro esecuzione sarà stata verosimilmente la decisione ben ponderata e necessaria di un regolare consiglio di guerra...» E parlò di un libro che era uscito da qualche anno e che egli aveva letto, opera di un segretario dell’imperatore, che meritava tutta l’attenzione...</i></div>
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<i>«Nondimeno,» insistette il console, smoccolando una candela dalla fiamma vacillante sul candeliere dinanzi a lui, «io non capisco, non capisco l’ammirazione per quel mostro! Come cristiano, come uomo di sensi religiosi, non trovo nel mio cuore alcun posto per un sentimento simile.»</i></div>
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<i>Il suo volto aveva assunto un’espressione quieta e fervida, il capo addirittura un po’ reclino di fianco - mentre sembrava proprio che suo padre e il pastore si scambiassero un lievissimo sorriso:</i></div>
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<i>«Sì, sì,» ridacchiò Johann Buddenbrook, «ma i piccoli Napoléons non erano mica male, eh? Mio figlio nutre maggior fervore per Luigi Filippo,» aggiunse.</i></div>
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<i>«Fervore?» ripeté Jean Jacques Hoffstede un pochino beffardo... «Un accostamento curioso! Filippo Egalité e il fervore...»</i></div>
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<i>«Oh, mi pare davvero che dalla monarchia di luglio abbiamo da imparare moltissimo...» Il console parlava con serietà e calore. «L’atteggiamento amichevole e incoraggiante del costituzionalismo francese verso i nuovi ideali pratici e gli interessi della nostra epoca... è cosa ben degna di riconoscenza...»</i></div>
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<i>«Ideali pratici... già, già...» Il vecchio Buddenbrook, durante una pausa che concesse alle sue mascelle, giocherellava con la tabacchiera d’oro. «Ideali pratici... no, non è roba per me!» Per il dispetto, ricadeva in forme dialettali.</i></div>
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<i>«Adesso spuntano come funghi istituti professionali, e istituti tecnici, e scuole commerciali, e il ginnasio e l’istruzione classica sono diventati d’improvviso bêtises, e tutti non pensano che alle miniere... alle industrie... a far soldi... Bello, tutto questo, magnifico! Ma anche un pochino stupido d’altra parte, alla lunga - no? Non so perché, ma lo sento come un affronto... non ho detto nulla, Jean... la monarchia di luglio è una buona cosa...»</i></div>
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<i>Ma il senatore Langhals, con Grätjens e Köppen, stavano dalla parte del console. Sì, davvero: bisognava avere il massimo rispetto per il governo francese e per le analoghe aspirazioni in Germania... Il signor Köppen era divenuto ancora più rosso durante il pasto e soffiava rumorosamente; il viso del pastore Wunderlich invece restava bianco, fine e sveglio, sebbene egli con tutta calma bevesse un bicchiere dopo l’altro.</i></div>
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<i>Le candele andavano al fine piano piano, e ogni tanto, quando le fiamme vacillavano per una corrente d’aria, spandevano sopra la tavola un sottile odor di cera.</i></div>
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<i>Sedevano su pesanti seggiole dalla spalliera alta, mangiavano con pesanti posate d’argento cose buone e pesanti, bevevano vini buoni e pesanti, e dicevano la loro. Ben presto vennero a parlare d’affari, e involontariamente cadevano di più in più nel dialetto, in quel modo di esprimersi comodo e pesante che sembrava unire la brevità commerciale con la trascuratezza signorile, e che qua e là era accentuato da una bonaria autoironia.</i></div>
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<i>Le signore non avevano seguito a lungo la discussione. Madame Kröger teneva banco tra loro, spiegando nei termini più appetitosi il modo migliore di preparare le carpe al vino rosso... «Quando saranno tagliate a pezzi per bene, mia cara, le metterà in casseruola con cipolle, chiodi di garofano e pane biscottato, e poi al fuoco, aggiungendo un po’ di zucchero e un cucchiaio di burro... Ma che non siano lavate, carissima, devono conservare tutto il sangue, per carità...»</i></div>
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<i>Il vecchio Kröger dava la stura alle facezie più amene. Suo figlio, invece, il console Justus, che sedeva di fianco al dottor Grabow, laggiù vicino ai bambini, aveva intrecciato una conversazione scherzosa con la signorina Jungmann; lei stringeva gli occhi e secondo il suo solito teneva dritti il coltello e la forchetta, muovendoli appena in qua e in là. Perfino gli Oervedieck erano divenuti rumorosi e vivaci. La vecchia signora aveva inventato un nuovo vezzeggiativo per il suo sposo: «Tu, agnellino mio!» diceva, e scuoteva la cuffia per la tenerezza.</i></div>
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<i>La conversazione ritornò su di un unico argomento quando Jean Jacques Hoffstede venne a parlare del suo tema favorito, il viaggio in Italia che aveva compiuto quindici anni prima con un ricco parente di Amburgo. Narrò di Venezia, di Roma e del Vesuvio, parlò di Villa Borghese ove il compianto Goethe aveva scritto una parte del suo Faust, si infervorò sulle fontane del rinascimento che donavano refrigerio, sui viali ben potati dov’era così piacevole vagare, e qualcuno ricordò il grande giardino inselvatichito che i Buddenbrook possedevano proprio dietro la porta della rocca...</i></div>
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<i>«Sì, perbacco!» disse il vecchio. «Mi rimprovero sempre di non essermi saputo risolvere, a suo tempo, a farlo sistemare un po’ civilmente! Ci son passato non da molto, è una vergogna, quella foresta vergine! Che graziosa proprietà sarebbe, se l’erba fosse falciata e gli alberi tagliati come si deve a coni o a cubi...»</i></div>
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<i>Il console però protestò con calore.</i></div>
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<i>«Per carità, papà! D’estate mi piace passeggiare in quelle macchie; ma troverei tutto rovinato se la bella, libera natura fosse mutilata così pietosamente...»</i></div>
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<i>«Ma se la libera natura mi appartiene, avrò pure, perbacco, il diritto di aggiustarla a gusto mio...»</i></div>
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<i>«Oh, signor padre, quando me ne sto in mezzo all’erba alta fra i cespugli lussureggianti, mi sembra piuttosto di appartenere io alla natura anziché di avere il minimo diritto su di lei...»</i></div>
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<i>«Christian, non ingozzarti così,» gridò d’improvviso il vecchio Buddenbrook, «Thilda, lei non patisce nulla... è li che manda giù come un trebbiatore, la ragazza...»</i></div>
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<i>E veramente c’era da stupire della capacità di mangiare dimostrata da quella bambina silenziosa e magra, dal viso lungo di vecchietta. Alla domanda se voleva una seconda volta la zuppa, aveva risposto umile e strascicando le parole:</i></div>
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<i>«Siii, preeego!» S’era servita due volte di pesce e di prosciutto, scegliendo, china sul piatto, avveduta e miope, i pezzi più grossi, con lauti mucchi di contorni, e divorava tutto, senza fretta, in silenzio e a grossi bocconi. Alle parole del vecchio padrone di casa si limitò a rispondere strascicata, gentile, stupita e ingenua: «Oh Dio; - ziiio?» Non si lasciava intimorire, mangiava, anche se così non faceva bella figura e se la prendevano in giro, con l’appetito istintivo e predace dei parenti poveri alla tavola gratuita dei ricchi, sorrideva insensibile e si riempiva il piatto di cose buone, paziente, tenace, affamata e magra.</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>VI</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>Giunse ora, in due grandi coppe di cristallo, il Plattenpudding, un dolce a strati di amaretti, lamponi, biscotti e spuma d’uova; all’altro capo della tavola incominciarono invece a brillare fiamme, poiché i ragazzi avevano ottenuto il loro dessert preferito, il plumpudding acceso.</i></div>
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<i>«Thomas, figlio mio, sii gentile,» disse Johann Buddenbrook e trasse il grosso mazzo delle chiavi dalla tasca dei pantaloni. «Nella seconda cantina a destra, secondo scaffale, dietro al Bordeaux rosso: due bottiglie, sai?» E Thomas, che era bravo in simili incarichi, corse via e tornò con le bottiglie coperte di polvere e di ragnatele. Ma non appena da quei recipienti modesti sgorgò nei bicchieri piccoli da dessert il succo dolce e dorato del vecchio Malvasia, giunse per il pastore Wunderlich il momento di alzarsi, e, mentre la conversazione taceva, egli levò il bicchiere e cominciò il brindisi con frasi piacevolmente tornite. La testa un po’ inclinata di fianco, un sorriso fine e divertito sul volto bianco, muovendo la mano libera in piccoli e graziosi gesti, parlava col tono discorsivo, sciolto e amabile, che amava mantenere anche dal pulpito... «Orsù, miei ottimi amici, si compiacciano di vuotare con me un calice di questo liquore gentile alla prosperità dei nostri egregi ospiti, nella loro dimora nuova e magnifica, alla prosperità della famiglia Buddenbrook, dei presenti così come degli assenti... evviva!»</i></div>
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<i>«Gli assenti?» pensava il console, mentre si inchinava dinanzi ai bicchieri levati verso di lui. «Con questo vuol dire solo i parenti di Francoforte e forse i Duchamps di Amburgo, oppure il vecchio Wunderlich ha un suo pensiero recondito...?» Si alzò per toccare il bicchiere con suo padre e lo guardò affettuosamente negli occhi.</i></div>
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<i>Ma ora il mediatore Grätjens si tirò su dalla seggiola, e ci volle del tempo; quando poi fu a posto, brindò con la sua voce un po’ stridula alla ditta Johann Buddenbrook e alla sua futura crescita, gloria e prosperità, per l’onore della città.</i></div>
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<i>E Johann Buddenbrook ringraziò per tutte le parole amichevoli, in primo luogo come capo della famiglia e in secondo luogo come titolare anziano della ditta, e mandò Thomas a prendere una terza bottiglia di Malvasia, perché ci si era sbagliati a calcolare che bastavano due.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Parlò anche Lebrecht Kröger. Si permise di restare seduto, perché ciò dava un’impressione di maggiore naturalezza, e si limitò ad una mimica cortese quando rivolse il brindisi alle due signore della casa, Madame Antoinette e la moglie del console.</i></div>
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<i>Ma quando ebbe finito, quando il Plettenpudding fu quasi terminato e il Malvasia agli sgoccioli, si alzò lentamente schiarendosi la gola fra un «ah!» generale, il signor Jean Jacques Hoffstede... i ragazzi, laggiù, batterono addirittura le mani dalla gioia.</i></div>
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<i>«Sì, excusez! non ho potuto far a meno...» disse, toccandosi leggermente il naso puntuto e traendo un foglio dalla tasca della marsina... Nella sala si fece un profondo silenzio.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il foglio che teneva in mano era squisitamente variopinto, e nell’ovale sul lato esterno, decorato di fiori rossi e da molti rabeschi dorati, egli lesse queste parole:</i></div>
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<i>«In occasione dell’amichevole partecipazione con la famiglia Buddenbrook alla lieta festa di inaugurazione della casa novamente acquistata. Ottobre 1835.»</i></div>
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<i>Poi voltò, e cominciò a leggere con la sua voce già un po’ tremula:</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>O diletti! Il mio cantare</i></div>
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<i>Vien modesto innanzi a voi,</i></div>
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<i>Ove il ciel volle donare</i></div>
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<i>Lieta stanza ai figli suoi.</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>Mostri a te dal crine bianco,</i></div>
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<i>Fido amico, il suo valore,</i></div>
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<i>Alla sposa ch’è al tuo fianco,</i></div>
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<i>Ai figlioli cari, amore.</i></div>
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<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L’opre ardite alle serene</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Grazie porgono la mano, -</i></div>
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<i>Venere Anadiomene</i></div>
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<i>ed il fervido Vulcano.</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>Né mai torbido futuro</i></div>
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<i>Veli la felicità,</i></div>
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<i>Ogni giorno a voi venturo</i></div>
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<i>Specchi d’oggi la beltà.</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>Già s’allieta a eterno voto</i></div>
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<i>Questa rima, e sol vi chiedo</i></div>
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<i>Che ripeterlo devoto</i></div>
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<i>Possa sempre il vostro aedo.</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>Bella casa il ciel vi diede,</i></div>
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<i>Con amore la donò.</i></div>
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<i>Sia perenne vostra fede</i></div>
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<i>A colui che la cantò.</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>Si inchinò, e scrosciò un applauso unanime ed entusiasta.</i></div>
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<i>«Charmant, Hoffstede!» esclamò il vecchio Buddenbrook. «Alla tua salute! Deliziosa, davvero!»</i></div>
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<i>Ma quando la moglie del console brindò col poeta, un lievissimo rossore le colorò l’incarnato delicato, poiché non le era sfuggito il garbato inchino che egli aveva rivolto nella sua direzione alle parole «Venere Anadiomene»...</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>VII</i></div>
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<i><br /></i></div>
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<i>L’allegria generale aveva ormai raggiunto il culmine, e il signor Köppen sentiva l’impellente bisogno di slacciarsi due bottoni del panciotto; purtroppo non era lecito, perché neppure i signori anziani si prendevano simili libertà. Lebrecht Kröger sedeva al suo posto, dritto ancora come all’inizio del pranzo, il pastore Wunderlich restava bianco e compito, il vecchio Buddenbrook si era, sì, appoggiato un poco all’indietro, ma nondimeno conservava il più squisito decoro, e solo Justus Kröger era visibilmente un po’ brillo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Dov’era il dottor Grabow? La moglie del console s’alzò senza farsi notare, poiché là in fondo i posti della signorina Jungmann, del dottor Grabow e di Christian erano rimasti vuoti, e dal vestibolo a colonne risuonava una sorta di lamento soffocato. Seguì rapida fuor della sala la cameriera che aveva servito il burro, il formaggio e la frutta, - e là, nella penombra, sul divano circolare intorno alla colonna di mezzo, se ne stava disteso o meglio raccoccolato il piccolo Christian e gemeva piano, da spezzare il cuore.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Mio Dio, signora!» disse Ida, che gli era accanto con il dottore, «il povero Christian sta molto male...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Mi sento male, mamma, mi sento dannatamente male!» si lagnò Christian, girando intorno, inquieto, gli occhi rotondi e infossati sopra il naso troppo grande. Aveva cacciato fuori quel «dannatamente» solo perché sopraffatto dalla disperazione; ma la mamma disse:</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Se adoperiamo parole simili, il buon Dio ci punirà con un male ancora più grande!»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il dottor Grabow tastò il polso; il suo viso buono sembrava divenuto ancora più lungo e dolce.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Una piccola indigestione... niente di grave, signora!»disse consolatore. E poi proseguì con il suo lento, pedante tono professionale: «Il meglio sarebbe metterlo a letto... un po’ di polverina, magari una tazzina di camomilla per la traspirazione... E dieta rigorosa, mi raccomando signora! Come ho detto, dieta rigorosa. Un po’ di piccione, un po’ di pane bianco...»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Non voglio il piccione!» gridò Christian fuori di sé.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Non voglio mangiare mai più! Sto male, sto dannatamente male!» Quella parola forte sembrava quasi dargli sollievo, tanto era l’entusiasmo con cui la cacciava fuori.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il dottor Grabow sorrise tra sé, con un sorriso indulgente e quasi un po’ malinconico. Oh, avrebbe mangiato di nuovo, il giovanotto! Sarebbe vissuto come tutti gli altri. Come suo padre, i parenti e gli amici, avrebbe passato i suoi giorni seduto comodo, e quattro volte al dì avrebbe divorato cibi scelti, pesanti e buoni... Be’, con l’aiuto di Dio! Non sarebbe certo stato lui, Friedrich Grabow, che avrebbe fatto mutare le abitudini di quelle famiglie di commercianti, comode e agiate.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sarebbe venuto quando l’avessero chiamato; e per un giorno o due dieta rigorosa, - un po’ di piccione, una fettina di pane bianco... sì, sì - e in coscienza poteva assicurare che per quella volta non c’era nulla di grave. Per quanto giovane ancora, aveva tenuto nelle sue la mano di non pochi galantuomini che avevano mangiato il loro ultimo cosciotto affumicato, il loro ultimo tacchino ripieno, e poi, chi d’improvviso, inaspettatamente, sulla poltrona dell’ufficio, chi dopo qualche patire nel proprio letto massiccio e antico, avevano reso l’anima a Dio. Un colpo, si diceva allora, una paralisi, una morte improvvisa e inattesa... sì, sì, e lui, Friedrich Grabow, avrebbe potuto enumerare loro tutte le volte in cui «non c’era stato nulla di grave», quando forse non l’avevano neppure chiamato, quando forse soltanto dopo il pranzo, tornati in ufficio, era comparso un piccolo, strano capogiro... Be’, con l’aiuto di Dio! Non sarebbe stato certo lui, Friedrich Grabow, che avrebbe disdegnato i tacchini ripieni. Quel prosciutto impanato con salsa di scalogno, oggi, era squisito, che diavolo!, e poi, quando già mancava il fiato, il Plettenpudding - amaretti, lamponi e spuma d’uova, sì, sì... «Dieta rigorosa, come ho detto, - mi raccomando, signora! Un po’ di piccione, - un po’ di pane bianco...» </i>In:<i> </i>Mann, Thomas,<i> I Buddenbrook”
(Buddenbrooks - Verfall einer Familie, 1901)</i>,
traduzione
Furio Jesi e Silvana Speciale Scalia, Einaudi, Torino.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-28137191657544918182016-12-08T14:16:00.002+01:002016-12-08T14:16:38.467+01:00Cene (quasi) invernali<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Chutney di ananas, cipolle, mirtilli</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-4gHAjpm1tVc/WElZF9V-pxI/AAAAAAABsHg/32YTl9lGsd8sncw5_WgzwWFKX0pKgS2dgCLcB/s1600/chutney%2Bdi%2Bananas%2Bcipolle%2Bmirtilli_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-4gHAjpm1tVc/WElZF9V-pxI/AAAAAAABsHg/32YTl9lGsd8sncw5_WgzwWFKX0pKgS2dgCLcB/s640/chutney%2Bdi%2Bananas%2Bcipolle%2Bmirtilli_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<i style="text-align: justify;">Ah, le cene invernali, la carne bollita con le patate, le salse.</i><br />
<a name='more'></a><i style="text-align: justify;">Maionese, senape, ketchup, mostarda...o chutney?</i><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Come questo che, avendolo preparato l'anno scorso, ho continuato, a grande richiesta a replicare.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E che, volendo, si può preparare anche come dono di Natale. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Perché si può consumare anche subito; anzi, si può consumare tutto, subito...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
per buoni bolliti </div>
<div style="text-align: justify;">
(dosi per quattro/cinque vasetti circa)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1 grosso ananas pelato e tagliato a dadini (anche la parte interna)</div>
<div style="text-align: justify;">
4 mele</div>
<div style="text-align: justify;">
4 cipolle rosse</div>
<div style="text-align: justify;">
3 manciate di uvetta (o mirtilli rossi secchi)</div>
<div style="text-align: justify;">
300 gr zucchero</div>
<div style="text-align: justify;">
1 bicchiere di aceto</div>
<div style="text-align: justify;">
1 cucchiaio di sale</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In una pentola capiente mettere a cuocere le mele - meglio se con a buccia, se non trattate - tagliate a fette sottili e le cipolle tagliate anch'esse sottilmente, aggiungendo poca acqua perchè non si attacchino al fondo della pentola; quando si saranno trasformate in una poltiglia uniforme aggiungere l'ananas, continuando la cottura fino a che no diventa trasparente; potendo si lasci riposare il composto per la notte intera, in maniera da agevolare la gelificazione. Aggiungere poi, dopo aver scaldato il composto, lo zucchero, cuocendo a fuoco basso per evitare gli schizzi fino a che il tutto non avrà raggiunto una consistenza abbastanza solida (fare la prova della goccia di composto sul piattino, vedendo se resiste allo scivolamento). Aggiungere l'aceto e lo zucchero e continuare la cottura per altri cinque minuti. Invasare il composto caldo in vasi ben puliti e sterilizzati (10/15 minuti in forno a 130 gradi) chiudendoli bene e lasciandoli raffreddare rivoltati a testa in giù fino a che non saranno completamente freddi e non si sarà formato il sottovuoto.</div>
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-85648144020748434082016-12-05T21:10:00.000+01:002016-12-05T21:10:48.820+01:00La rivincita della mortadella<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Mousse di mortadella alla noce moscata</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-rtXnHLTVpZU/WEXHk07jAjI/AAAAAAABsHQ/__dLzfbdjxwiYrk5m2MP4Uxh0zu8uDHVwCLcB/s1600/mousse%2Bdi%2Bmortadella_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-rtXnHLTVpZU/WEXHk07jAjI/AAAAAAABsHQ/__dLzfbdjxwiYrk5m2MP4Uxh0zu8uDHVwCLcB/s640/mousse%2Bdi%2Bmortadella_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br /><br />
<i style="text-align: justify;">Ricordo un aneddoto raccontatomi anni fa da un'amica: una gita organizzata da compagni di classe in cui ognuno doveva portare qualcosa da mangiare in condivisione. </i><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Tutti, nessuno escluso, arrivarono con cartocci di mortadella; la gita, come ovvio, si concluse tra l'ilarità generale, </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Perchè, non molti anni fa, prima di diventare chic con l'avvento delle mortadelle di marca, era il salume più economico. Ma anche, però, quello più amato.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E la mortadella, abbinata al mascarpone, come in questa ricetta, non solo piacerà a tutti, ma vi farà anche fare un'ottima figura. </i><i>Con pochissimo lavoro ed esigua spesa.</i></div>
<br />
Perché mi piace vincere facile<br />
(dosi per l'antipasto di 10/12 persone. E, se ne avanza, i giornoi dopo è ancora più buona)<br />
<br />
250 gr mascarpone<br />
250 gr ricotta<br />
1 limone<br />
noce moscata grattugiata (o pistacchi) qb<br />
<br />
In un mixer mettere la mortadella tagliata a pezzi e frullarla, fino ad ottenere un composto omogeneo; aggiungere il mascarpone e il succo di limone - prima il succo di mezzo, poi, se necessita, tutto - e, a piacere della noce moscata. Mettere il composto in una ciotola e lasciare riposare in frigo per almeno un'ora, meglio se il giorno prima di consumarla. Il sale non dovrebbe essere necessario; dei pistacchi tritati sopra la rendono più chic.<br />
<br />
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-90226105974445238032016-12-03T16:55:00.001+01:002016-12-04T21:13:20.842+01:00All'ultimo respiro<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Antipasto rosso piemontese</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-tFnXISSxVdc/WCOk65R0rTI/AAAAAAABsG0/763KbNPp5PY0GZCw68CneN19-I8yyBuPgCLcB/s1600/antipasto%2Brosso%2Bpiemontese_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://4.bp.blogspot.com/-tFnXISSxVdc/WCOk65R0rTI/AAAAAAABsG0/763KbNPp5PY0GZCw68CneN19-I8yyBuPgCLcB/s640/antipasto%2Brosso%2Bpiemontese_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Quanto può essere importante affannarsi per conservare la frutta e
la verdura della bella stagione per il consumo invernale?</span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="font-size: 13.5pt;"></span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;"> <o:p></o:p></span><br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Questa è la domanda in un'epoca nella quale si possono trovare in
vendita tutti i giorni dell'anno tutti prodotti della terra in un appiattimento non
solo dei sapori, ma della percezione dell'alternarsi delle stagioni e quindi
del trascorrere del tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;">In effetti più che della necessità fisiologica di mantenere determinati
nutrienti si tratta di un rito - effettuato con l'uso sacrale del fuoco - volto
a sancire e onorare la transizione da un periodo all'altro dell'anno. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Come preparare un classico come l'antipasto rosso piemontese - da servirsi da solo o con l'aggiunta, prima di portarlo in tavola, di tonno in scatola (sottolio o meno); attrezzandosi almeno due settimane prima del pranzo di Natale. O, meglio ancora, a inizio autunno, quando ci sono tutte le verdure al massimo del loro sapore.</span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Perché il tempo mangia i suoi figli, talvolta con una salsa
agrodolce<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;">(dosi per circa 5/6 vasetti che andranno a ruba)</span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 13.5pt;">2 kg </span><span style="font-size: 13.5pt;">pomodori</span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-size: 13.5pt;">3 hg carote </span><span style="font-size: 13.5pt;"> </span>pulite asciugate e tagliate a piccoli pezzi di circa 2 cm</span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;">3 hg sedano pulito asciugato e tagliato a piccoli pezzi di circa 2 cm</span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-size: 13.5pt;">3 hg fagiolini </span>puliti asciugati e tagliati a piccoli pezzi di circa 2 cm</span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;">3 hg cavolfiore pulito asciugato e tagliato a piccoli pezzi di circa 2 cm</span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;">3 hg cipolline intere o tagliata a metà, a seconda delle dimensioni</span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;">3 hg peperoni </span><span style="font-size: 18px;">puliti asciugati e tagliati a piccoli pezzi di circa 2 cm</span><br />
<span style="font-size: 18px;">2 cucchiai rasi di sale fino</span><br />
<span style="font-size: 18px;">2 cucchiai di zucchero </span><br />
<span style="font-size: 18px;">mezza noce moscata grattugiata</span><br />
<span style="font-size: 18px;">1 bicchiere d'olio evo</span><br />
<span style="font-size: 18px;">1 bicchiere d'aceto</span><br />
<span style="font-size: 18px;"><br /></span>
<br />
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 13.5pt;">Passare i pomodori i pomodori e cuocerli per circa 5 minuti - o anche un po' di più se si vuole una salsa più densa. Aggiungere le carote preparate come sopra, continuando la cottura per cinque minuti e aggiungendo il sedano, dopo altri cinque minuti i fagiolini e così di seguito, in modo da cuocere tutta la verdura in modo uniforme. Dopo che si sono aggiunti i eperoni cuocere per altri quindici minuti poi aggiungere l'olio, l'aceto, il sale, lo zucchero e la noce moscata, mescolare bene. Invasare in barattoli puliti e sterilizzati e mettere a bollire in una pentola capiente ben coperti d'acqua e separati da asciugamani di cotone da cucina per venti minuti lasciandoli poi raffreddare fino a che non si formi il sottovuoto.</span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-79834947344772326102016-11-10T18:42:00.001+01:002016-11-10T18:42:23.687+01:00Polpette di ricotta alla noce moscata<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Minimalia n.47</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-HKFceJ8saoU/WCOj-pU_uWI/AAAAAAABsGw/ITQj11bPwi81BUumWmCm3K4cakBvNr0bACLcB/s1600/polpette%2Bdi%2Bricotta%2Balla%2Bnoce%2Bmoscata_lacuocialtrona%2540gmail.com.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-HKFceJ8saoU/WCOj-pU_uWI/AAAAAAABsGw/ITQj11bPwi81BUumWmCm3K4cakBvNr0bACLcB/s640/polpette%2Bdi%2Bricotta%2Balla%2Bnoce%2Bmoscata_lacuocialtrona%2540gmail.com.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma che freddo fa... come risolvere la cena con qualcosa di caldo con quello che si trova nel frigo? </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a>Occorre una vaschetta di ricotta, un uovo, formaggio grana grattugiato (abbondante) e tanto pangrattato da rendere l'impasto compatto.<br />
<div style="text-align: justify;">
E, soprattutto, un cucchiaino di noce moscata grattugiata; oltre al sale, va da sè. </div>
<div style="text-align: justify;">
Formare con l'impasto delle palline da friggere nell'olio caldo, e poi affogare nella passata di pomodoro; la morte loro, la resurrezione tua. </div>
<br />
<br /></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-82661315999176213122016-11-09T20:27:00.005+01:002016-11-09T21:02:15.309+01:00Virale dipendenza<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Torta tenera ai ceci e cioccolato</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-AIJilhRbIm4/WCNwr_0HKVI/AAAAAAABsGg/UCaM9aBcEjAmRYpUflbJydcU9l5sPVJsACLcB/s1600/torta%2Btenera%2Bai%2Bceci%2Be%2Bcioccolato_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://3.bp.blogspot.com/-AIJilhRbIm4/WCNwr_0HKVI/AAAAAAABsGg/UCaM9aBcEjAmRYpUflbJydcU9l5sPVJsACLcB/s640/torta%2Btenera%2Bai%2Bceci%2Be%2Bcioccolato_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
Premessa: non sarei un'appassionata del cioccolato, a parte sporadiche crisi di affezione.<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Questa torta, però, trovata su <a href="http://www.tortedellemiebrame.ifood.it/2016/05/tenerina-ceci-e-cioccolato.html">un sito </a>e preparata per la prima volta un mese fa, utilizzando come cavie gli ex compagni del liceo, dovendo offrire qualcosa che potesse essere adatto anche a celiaci è un'eccezione; tanto che, a tuttora, è stata fatta già tre volte, anche perché facile e veloce da preparare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tre le versioni testate, con aggiunte di aromi diversi; cannella, liquore, e l'ultima con polvere di tè al bergamotto (Earl Grey). </div>
<div style="text-align: justify;">
Sempre buone, fin troppo, tanto che si stanno diffondendo tra le amiche in maniera virale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Perché a noi, il cioccolato, non piace poi tanto</div>
<div style="text-align: justify;">
(dosi per 10 pozioni, circa)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
500 gr di ceci bolliti (o due lattine di ceci già cotti)</div>
<div style="text-align: justify;">
250 gr cioccolato fondente (bene quello per le coperture che si trova in tavolette grandi al supermercato)</div>
<div style="text-align: justify;">
4 uova</div>
<div style="text-align: justify;">
100 gr zucchero o 50 di xilitolo (dipende un po' dalla dolcezza del cioccolato fondente, nel caso proseguire con cautela)</div>
<div style="text-align: justify;">
cacao amaro in polvere qb per guarnire</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In un mixer frullare ceci, uova e zucchero. Aggiungere il cioccolato dopo averlo fatto sciogliere a bagnomaria (o nel microonde) e un cucchiaino di cannella (o caffè solubile, o mezza bustina di tè Earl Grey), Rivestire una tortiera con un foglio di carta da forno bagnato e ben strizzato e cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi (o in forno ventilato, non riscaldato a 150 gradi) per circa 45 minuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La torta va fatta raffreddare bene prima di essere tolta dalla carta da forno e, comunque, dato il tipo di impasto, tende a formare delle crepe e a screpolarsi sui bordi; si rimedia spolverandola abbondantemente di cacao amaro. Si conserva in frigo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Con le dosi indicate si produce una torta di circa 22 cm di diametro; dimezzando le dosi, diminuire il diametro della tortiera.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-6057567809104526582016-10-29T19:42:00.002+02:002016-10-29T19:42:22.730+02:00Coerenza e sincretismo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: large;">Dita di strega </span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-PH9ov-mttvQ/WBTd36xc-JI/AAAAAAABsGA/xDplALBFfrYU_k3QEC4uMFx5_kUQ7txFgCLcB/s1600/IMG_2551.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-PH9ov-mttvQ/WBTd36xc-JI/AAAAAAABsGA/xDplALBFfrYU_k3QEC4uMFx5_kUQ7txFgCLcB/s640/IMG_2551.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>In principio era la festa dei morti o, forse, la festa per l'entrata in quiescenza della terra, in onore della fine dell'anno agricolo; da santificare accendendo un bel falò - come fanno alcuni gruppi folcloristici , anche locali - e mangiando una f<a href="http://lacuocacialtrona.blogspot.it/2015/11/t-per-torta.html#more">etta di dolce, realizzata con il farro</a> o l'orzo, cereali in uso nell'antichità, piuttosto che con un piatto di castagne bollite e un bicchiere di latte, da offrire alle anime dei defunti.</i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Da qualche anno si è diffusa la moda di festeggiare Halloween, anzi l'equivalente americano di questa festa, con tanto di bambini travestiti e zucche intagliate, tra alti lamenti dei puristi, anche se in realtà l'usanza di intagliare zucche per farne lanterne era già presente, da lungo tempo anche in molte regioni d'Italia.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Si tratta di mode passeggere o di un'impropria invasione culturale? </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E qual è il confine, o meglio, deve esistere un confine per impedire ad altre culture di invaderci con le loro usanze?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Se così fosse dovremmo fare un rogo di tutti i nostri alberi di Natale - u<a href="http://lacuocacialtrona.blogspot.it/2012/12/la-notte-di-natale-del-1843.html">sanza importata in Inghilterra dalle Germania</a> e poi giunta a noi nel secondo dopoguerra - per non parlare dei Babbi Natale, con la loro divisa rossa, inventata da una famosa ditta di bibite americana, che nel corso di poco più di mezzo secolo hanno spodestato Gesù bambino; che, in realtà non ha mai portato regali a tutti i bambini italiani, più spesso gratificati da San Nicolò piuttosto che dalla Befana.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Tante parole, per dire che, quest'anno, non mangerò le castagne, anche perché non le ho comprate, ma questi biechi biscottini anglosassoni; che già mi sono persa Yom Kippur.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Perché sincretismo è anche bello</div>
<div style="text-align: justify;">
(dosi per parecchi bambini e non)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
200 gr farina</div>
<div style="text-align: justify;">
50 grammi circa di mandorle tagliate a metà </div>
<div style="text-align: justify;">
100 gr burro</div>
<div style="text-align: justify;">
100 gr zucchero di canna</div>
<div style="text-align: justify;">
1 uovo</div>
<div style="text-align: justify;">
1 bustina vanillina</div>
<div style="text-align: justify;">
la punta di un cucchiaino da caffè di bicarbonato (ma non di più o le vostre dita diventeranno troppo gonfie. Volendo si può evitare)</div>
<div style="text-align: justify;">
un pizzico di sale</div>
<div style="text-align: justify;">
farina qb per formare le dita</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mettere tutti gli ingredienti in un mixer o un'impastatrice e amalgamarli bene fino a costituire una pasta compatta, aggiungendo alla bisogna poca acqua.</div>
<div style="text-align: justify;">
Su una superficie piana infarinata creare dei piccoli rotoli di pasta del diametro simile alle dita delle mani, tagliarli delle dimensioni dell'indice, aggiungendo su un'estremità mezza mandorla per creare l'unghia e facendo delle piccole incisioni con un coltello per creare le pieghe. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mettere tutte le dita su una teglia rivestita di carta da forno e infornare a 180 gradi circa - 150 se il forno è ventilato - per circa mezz'ora. Lasciare raffreddare su una griglia prima di servirle.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-46213344061445915052016-09-26T22:28:00.001+02:002016-09-26T22:29:24.044+02:00Suggestioni siciliane<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span class="" style="font-size: large;">Budino di mandorle, gelo di mandorle, biancomangiare, senza glutine</span><br />
<span class="goog-text-highlight"><br /></span>
<span class="goog-text-highlight"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-quMcZhBdjpA/V8sMTUB37aI/AAAAAAABsC4/dZs2COW1avQzKs8dPZR_OeOsct2ce-k7gCLcB/s1600/budino%2Bdi%2Bmandorle_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://3.bp.blogspot.com/-quMcZhBdjpA/V8sMTUB37aI/AAAAAAABsC4/dZs2COW1avQzKs8dPZR_OeOsct2ce-k7gCLcB/s640/budino%2Bdi%2Bmandorle_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<span class="goog-text-highlight"><br /></span>
<span class="goog-text-highlight"><br /></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="goog-text-highlight"><i><span class="">Uno stampo a cuore, in alluminio, comprato in un mercatino dell'usato; </span><span class="">una sorta di Sacro Cuore di Maria, di quelli che, trafitti di spade si vedono in certe iconografie barocche della Vergine Addolorata o in immaginette ottocentesche un po' melò.</span></i></span><br />
<a name='more'></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><i>E un ricordo preciso una chiesa a Noto, dove campeggiava una statua della medesima.</i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><i>E un brano del Gattopardo, dove si descrive il buffet della scena del ballo resa indelebile nella nostra memoria dal film di Visconti.</i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class=""><i>Quando tutto concorre a indurre alla preparazione di un dolce, non uno qualsiasi, un budino di mandorle, un biancomangiare; facile e veloce, però, come da filosofia cialtrona.</i></span></div>
<br />
<span class="goog-text-highlight">Sognando la Sicilia</span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class="">(per otto Gattopardi)</span></span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><br /></span></span>
<span class="goog-text-highlight"><span class="">1 litro di latte di mandorle</span></span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class="">100 gr di amido di mais</span></span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><span class="">100 gr di zucchero (o 3/4 cucchiai di xilitolo)</span></span></span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><span class=""><span class="">la buccia grattugiata di un limone</span></span></span></span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><span class="">cannella in polvere qb</span></span></span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><br /></span></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><span class="">Versare in un pentolino l'amido di mais e aggiungere il latte di mais poco per volta in modo da sciogliere bene l'amido. Aggiungere quindi lo zucchero, assaggiando prima di metterlo tutto perché alcuni latti sono molto dolci e non accorre esagerare; terminare aggiungendo la buccia di limone e la cannella.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><span class=""><span class="">Mettere a cuocere a fuoco lento, sempre mescolando, fino a non che non inizierà ad addensarsi. </span><span class="">Versare il composto in Uno stampo bagnato, lasciare raffreddare prima di mettere in frigo. </span></span></span></span></div>
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><span class="">Servire dopo almeno due ore, con una marmellata di frutti rossi, volendo.</span></span></span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><br /></span></span>
<span class="goog-text-highlight"><br /></span>
<span class="goog-text-highlight"><br /></span>
<span class="goog-text-highlight"><br /></span></div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-2364079542269955792016-09-24T19:14:00.001+02:002016-09-24T19:19:02.265+02:00Squisito quesito<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span class="" style="font-size: large;">Torta di mele del giorno dopo, senza glutine </span><br />
<span class=""><br /></span>
<span class=""><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-gjEwSojVLrM/V-ar2Vr_chI/AAAAAAABsDs/xBCn0aZ2ZmQBH8MU9NJKOsLgRLsFx6ThACLcB/s1600/torta%2Bdi%2Bmele%2Bsenza%2Bglutine%2Bdel%2Bgiorno%2Bdopo_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://3.bp.blogspot.com/-gjEwSojVLrM/V-ar2Vr_chI/AAAAAAABsDs/xBCn0aZ2ZmQBH8MU9NJKOsLgRLsFx6ThACLcB/s640/torta%2Bdi%2Bmele%2Bsenza%2Bglutine%2Bdel%2Bgiorno%2Bdopo_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class=""><i><span style="font-family: inherit;">Gli amici Claudio e Ornella, invitati a cena, portano, gentilissimi, una bella torta di mele.</span></i></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: inherit;"><span class=""><span class="">Poi</span></span></span><span class=""><span class=""> mi interrogano, all'assaggio, sugli ingredienti.</span></span></i></div>
<a name='more'></a><i style="color: #222222; font-family: inherit; text-align: justify;">Ma con chi credono di avere a che fare? Sono o non Sono la cuoca cialtrona?</i><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: inherit;"><i>Anche perchè la torta, assaggiata a poche ore dalla cottura rivela, al palato attento, subito la fecola e, di Seguito, il riso; ma da solo subito, e per una certa consistenza più secca.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: inherit;"><i>Il giorno dopo, quando le mele hanno inumidito l'impasto, la torta é molto più buona, Indistinguibile da una tradizionale.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: inherit;"><i>E, direi, pure migliore.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class=""><br /></span></div>
<span class=""><span class=""><span class=""><span class="">Meglio domani Che stasera (o mai)</span></span></span></span><br />
<span class="goog-text-highlight"><span class=""><span class="">(Per otto Pantere rosa)</span></span></span><br />
<br />
<br />
150 gr farina di riso<br />
50 gr fecola di patate<br />
<span class="">3 Uova</span><br />
<span class="">1 bicchieere scarso di Zucchero di Canna</span><br />
1/2 bicchiere di olio extravergine di oliva<br />
La Buccia grattugiata di un limone<br />
1 bustina di lievito<br />
4 mele<br />
Zucchero a velo (facoltativo)<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="goog-text-highlight"><span class="">In Una ciotola capiente mescolare la farina con la fecola, lo zucchero e il lievito; </span></span><span class=""><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "arial"; font-size: 13.3333px; text-align: justify;"><span class="">AGGIUNGERE l</span></span></span><span class=""> una buccia grattugiata del limone, le Uova, l'olio e tre delle quattro mele Pelate e tagliate a fettine </span><span class="">Mettere il composto in Una teglia rivestita di carta da Forno e Decorare la superficie con le fettine dell'ultima mela. </span><span class="">infornare un gradi in forno ventilato per 45 Minuti cIRCA 160/170. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="">Decorare, alla bisogna, con Una spolverata di zucchero a velo.</span></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758tag:blogger.com,1999:blog-4519953187112519262.post-67142655360959638242016-09-23T18:13:00.000+02:002016-09-23T18:13:02.296+02:00Come Harry Potter<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span class="" style="font-family: inherit; font-size: large;">Trito Millegusti per soffritto</span><br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-N8vE1hDW_Fo/V-VQChHJLlI/AAAAAAABsDc/q_889sQlLlIu4YE4Dfcp7tSvdE4msRKPgCLcB/s1600/trito%2Bmillegusti_lacuocacialtrona.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://2.bp.blogspot.com/-N8vE1hDW_Fo/V-VQChHJLlI/AAAAAAABsDc/q_889sQlLlIu4YE4Dfcp7tSvdE4msRKPgCLcB/s640/trito%2Bmillegusti_lacuocacialtrona.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br /><i><span class="">Dal quaderno di ricette dell'amico Guido, ereditato dalla moglie Giovanna, ottengo una vecchia ricetta per il soffritto pronto, di quelli che, oltre a facilitare il lavoro delle cuciniere casalinghe che, mettendone un cucchiaino nell'olio bollente non devono aggiungere nulla, oltre ai pomodori, per ottenere uno splendido sugo (o un buon arrosto), ha il vantaggio - grazie al sale contenuto - di conservarsi per anni, anche fuori dal frigo senza dover essere messo sottovuoto.</span></i><a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<i><span class="">Una magia? </span><span class="">No, solo il trito millegusti; c</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class="">he, già dal nome rievoca mitici cibi alla Harry Potter ...</span></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial; font-size: 13.3333px;"><span class=""><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial; font-size: 13.3333px;"><span class=""><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class=""><span class="">Per una magia alla portata di tutti</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class=""><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class=""><span class="">500 gr sedano</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class="">500 gr carote</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class=""><span class="">500 gr cipolle</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class=""><span class="">500 gr sale fino</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class="">250 </span></span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"> gr aglio</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class="">150 gr prezzemolo</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial;"><span class=""><span class="">150 gr basilico</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: arial;"><span style="background-color: white;"><span class="">Pulire l'aglio e le verdure e tritarli nel mixer; conviene tritarle separatamente, in modo da ottenere un trito regolare e perchè difficilmente riuscirete a contenere tutti gli ingredienti nel mixer; inoltre le verdure potrebbero rilasciare molto sugo, che si può scegliere se buttare o lasciare nel soffritto. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: arial;"><span style="background-color: white;"><span class=""><span class="">Lavare il prezzemolo - Si Può Tenere also Una parte dei gambi e Il Basilico, e, prima di metterli nel mixer, tritarli preventivamente con la mezaluna (o al coltello), in modo da non ingolfare il mixer. Mescolare bene TUTTI GLI ingredienti Insieme al sale, e invasare in vasi ben lavati e sterilizzati Per una ventina di Minuti nel forno a 100 gradi e Fatti raffreddare.</span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: arial;"><span style="background-color: white;"><span class=""><span class="">Per questo trito non occorre creare il sottovuoto, che si conserva per anni anche fuori dal frigo.</span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: arial;"><span style="background-color: white; font-size: 13.3333px;"><span class=""><span class=""><br /></span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
la cuoca cialtronahttp://www.blogger.com/profile/17735592983372149658noreply@blogger.com0Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8899155 7.3627599999999767 45.2507085 8.0109529999999758