Fagioli in umido Old West style
Qualche sera
fa, dopo aver scritto il post sulle tortine di nonna Papera, cercando di
ricordare quali altri piatti mangino i protagonisti di fumetti per continuare
la serie, ho chiesto l'aiuto dell'amico Roberto, lettore, nella prima gioventù,
dei fumetti di Diabolik.
"Ma
Diabolik, cosa mangiava?"
"Nn lo so!
ma...xkè?"
"Avevo
bisogno di una consulenza.
Sto creando una
sezione dedicata alle ricette dei cartoon"
"Kredo ke
lui e Eva Kent abbiano1alimentazione leggera visto la linea ke possiedono
entrambi...certo ke Eva, con kuegli okki..."
"Non mi
sei di grande aiuto!"
"Nn l'ho
mai letto molto! Magari Tex Willer o Topolino"
"Ok, cosa
mangiava Tex Willer?"
...
"L'ho
scoperto! Bistecca con patate!"
"Diabolik?"
"No Tex
Willer! Diabolik è messo male, Eva pare sappia solo aprire scatolette, il ke
spiega la silhouette dei 2!"
"Tex amava
anke i fagioli, pensa ke notti tormentate nella prateria..."
A questo punto
sono stata colta da un attacco di fou rire…e sì, anche perché in questa
prateria letterario-cinematografica non era solo Tex Willer ad amare i fagioli,
ma anche zio Paperone – il cui motto a riguardo è "Fagioli e favori
non si rifiutano mai" e, soprattutto, Trinità, il cowboy
alternativo dei film anni '70 di E. B.
Clucher, pseudonimo di Enzo Barboni.
Ricordo di
avere visto il film da piccola, quando facevo le elementari, accompagnata da
mio padre, per il quale la padella di ferro piena di fagioli del film è rimasta
un mito – per cui a casa mia i fagioli così cucinati sono diventati i “fagioli
di Trinità”.
I fagioli in
questione sono di fatto in umido, la cui ricetta in una versione assai
semplificata, potete trovare, insieme ad altre di suo gradimento, anche sul
sito ufficiale dell'attore Terence Hill.
Per una
padellata di fagioli casalinga utilizziamo:
200 gr fagioli
secchi, fatti rinvenire tutta la notte nell’acqua insieme a un cucchiaio di
bicarbonato
una scatola di
pomodori pelati
mezza cipolla
uno spicchio
d'aglio
50 grammi di
lardo
un cucchiaino
da caffè di peperoncino tritato (o un peperoncino fresco privato dei semi e
finemente tritato)
un cucchiaio d’olio
sale qb
Cuocere i
fagioli in abbondante acqua salata (va bene anche nella pentola a pressione,
magari con un pizzico di semi di finocchio che li rendono più digeribili,
giusto per evitare l'effetto notte nella prateria).
In una padella
di ferro rosolare a fuoco lento con un cucchiaio d'olio il lardo (o la
pancetta) tagliato a cubetti, la cipolla tritata finemente, l'aglio e il peperoncino.
Quando la
cipolla comincerà a imbiondire aggiungere i pomodori tritati (meglio i pelati)
e i fagioli.
Cuocere fino a
riduzione del sugo, aggiungendo quando occorre un mestolo d'acqua
Servire nella
padella, magari come accompagnamento a pancetta fritta e uova...
Le padelle del
vecchio West dovevano proprio essere come quella del film, di ferro con un buco
nel manico, adatta a essere legata dietro la sella; e in effetti i fagioli dovevano essere un cibo molto comune tra i
mandriani, facile da trasportare secco in sacchetti attaccati alla sella, come
pure lardo, peperoncino e carne essiccata; non penso che, almeno
inizialmente, dovesse trattarsi di fagioli in scatola, dal momento che le prime
aziende conserviere americane diffusero le verdure in scatola solo dopo i primi
del '900.
Il
processo di sterilizzazione, infatti, fu inventato nel 1795 dal francese
Nicolas Appert nell’ambito di un
concorso indetto da Napoleone per l’invenzione di per un metodo che impedisse
il deterioramento delle provviste di cibo dei militari. Appert nel
1804, aprì poi a Massy una fabbrica di conserve inscatolate e successivamente,
nel 1810 pubblicò il libro L'arte di
conservare tutte le sostanze animali e vegetali, che tradotto in tedesco e in inglese
ebbe poi grande diffusione a livello mondiale. In America i primi stabilimenti
di carne in scatola sorsero intorno al 1860, mentre quelli per la conservazione
delle verdure sorsero più tardi.
Per
quanto riguarda i pomodori, fu proprio un piemontese, Francesco Cirio, nato a
Nizza Monferrato ma trasferitosi a Torino, a costruire la prima grande azienda
conserviera italiana e a commercializzare i pomodori pelati, fondando, agli
inizi del ‘900, la prima grande azienda conserviera con succursali in
tutta Europa.
Bisogna
dire che, in effetti, i fagioli, il nostro Trinità li mangia all'osteria, e
magari li trova così buoni proprio per il sugo di pomodoro, che nella prateria
non poteva trovare…
E
qui arriviamo al nocciolo della questione…cosa, di fatto, rende tanto speciali
i fagioli di Trinità?
Per
me è la concentrazione con cui il protagonista li mangia, alternando il ritmo
delle cucchiaiate di fagioli a quello dei solidi e bianchissimi pezzi di pane,
alle sorsate di acqua nello spesso bicchiere rustico, in un costante crescendo,
fino ad arrivare alla scarpetta finale.
Come a dire
che, in effetti, è sempre l’appetito, il miglior condimento...
P.S. Tanto che
il suo commento all'oste, dopo, è: "Comunque, i fagioli, facevano schifo."
P.P.S. Per altre ricette Old West Style rimando ai siti americani:
http://www.alanskitchen.com/Cowboy/default.htm
http://www.legendsofamerica.com/we-oldwestrecipes.html
P.P.S. Per altre ricette Old West Style rimando ai siti americani:
http://www.alanskitchen.com/Cowboy/default.htm
http://www.legendsofamerica.com/we-oldwestrecipes.html
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