venerdì 23 marzo 2012

Chicche d'Oltreoceano




Notiziola divertente - una chicca nel vero senso della parola - scovata navigando in rete ovviamente  per tutt'altri motivi.

Una casa produttrice di caramelle, durante la scorsa campagna elettorale presidenziale, aveva messo in commercio una scatola di caramelle con il viso di Obama e il motto "Yes we candy" e in secondo piano "Hope for a fresher future" e "Change we can breathe in": si tratta della The unemployed Philosopher guild, che produce quei tipi di gadget - pupazzi di Einstein, Mozart, magliette con citazioni etc. - che si trovano nei bookshop dei musei e ovviamente, nelle librerie universitarie.
Geniale, ho pensato quando l'ho visto, un'operazione di marketing divertente, l'avrei fatto anch'io...
Ma la parte migliore della storia arriva adesso: passano tre anni dall'elezione del Presidente e com'è ovvio quando le aspettative sono così alte, arrivano delusione e scontento.
Per farla breve: gli stessi produttori delle suddette caramelle - che comunque oltre alle mentine di Obama fabbricano anche confezioni - le Empowermints, le Sarah's embarassmints dedicate a Sarah Paine , le Messiah's mints (save your breath!), le Anti Establish-mints... e via dicendo - mettono in produzione le Disappontmints, con un Obama che volta le spalle e il motto "This is change?".
Fin qui, tutto sommato, niente di strano, dato il tanto pubblicizzato diritto di manifestare la propria opinione garantito dalla costituzione americana e la mentalità commerciale che promuove la libera iniziativa.
Peccato che (anche) negli Stati Uniti, ci siano i politici a metterci lo zampino...
E, nella calda estate del Tennessee, si è sviluppato questo caso riportato dai giornali nazionali, in primis dallo Knoxville Sentinel, rimbalzando poi sui giornali a diffusione nazionale.
Quando la libreria dell'Università del Tennessee ha esposto sui suoi scaffali l'ultima versione delle mentine, in seguito alla richiesta del legislatore di stato Joe Armstrong ha dovuto ritirale dalla vendita;  la motivazione? Sarebbero state offensive nei confronti di Obama. 
"Quando si opera con fondi federali e statali, si dovrebbe agire con cautela nel proporre prodotti di matrice politica" ha dichiarato Armstrong.
"Se fosse un ente privato o un'azienda o un negozio, sarebbe diverso, ma questa è una università statale. Noi certamente non vogliamo che l'Università si metta in cattiva luce esponendo prodotti politicizzati, in particolare se mirano a diffamare il presidente.", ha continuato il legislatore, che dichiara di essersi occupato della questione perchè interpellato da uno studente dichiaratosi offeso dal vedere le caramelle esposte nella libreria dell'università.
Il direttore del negozio - che di cognome fa Kent, come Superman, però si chiama David, non Clark - ha comunque affermato di non avere mai ricevuto prima reclami da alcuno, pur avendo in precedenza venduto nella stessa libreria prodotti simili, recanti frasi di critica all'allora Presidente George W. Bush (le National Embarassmints, prodotte dalla stessa azienda), e che comunque, dal momento che qualcuno, per averle viste, si è dichiarato offeso, si è dichiarato pronto a rimuoverle. Ovviamente il legislatore ha dichiarato di non aver costretto il negoziante a ritirare la merce - avrebbe potuto? - ma di essergli comunque grato per averlo fatto.
La vicenda è stata ripresa su vari quotidiani, suscitando - per fortuna - oltre che a quelle dei legislatori anche le reazioni dei lettori, sul diritto alla libertà di satira.
Una piccolezza? Si, forse non era il caso di sollevare tanto polverone, dato anche il fair play con cui, comunque, i protagonisti avevano risolto la vicenda. 
Però un principio è un principio; e anche questa è democrazia.

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