mercoledì 21 marzo 2012

Bucce di patata fritte

Minimalia n.2




Chi dice di sì, chi dice di no...
Pregiudizi e usanze culinarie dei vari paesi; in Italia non c'è l'abitudine di mangiarla, la buccia della patata, sostenendo che contiene sostanze nocive e che comunque, è resa velenosa dall'uso di antigermoglianti.

Ma, facendo anche solo un rapido giro su internet si può capire che:
- la buccia della patata è forse la parte più ricca di fibre ferro, calcio e vitamina C
- gli antigermoglianti vengono dati solo sulle patate più stagionate: su quelle novelle - che sono poi quelle dalla buccia più fine e appetibile - non vengono dati, perchè non sono necessari, dal momento che le patate non rischiano di germogliare (e sarebbe un'offesa al buon senso pensare che i produttori li diano lo stesso facendo un'operazione contraria all'economia dei costi); questo secondo gli studi della Mayo Clinic riportati sul Corriere della sera, che mi riesce difficile pensare possa ricavare un qualche utile dalla diffusione di una notizia del genere.

Acclarato che male non fanno, diciamo che sono piuttosto sfiziose, ben lavate e asciugate - magari leggermente tostate nel forno, giusto per togliere l'eccesso di acqua -  fritte in abbondante olio e scolate su carta assorbente; a meno che ovviamente non si ecceda nella quantità, trattandosi pur sempre di fritto... Possiedono anche una certa qual allure povera ma chic, se usate come decorazione: sul purè tanto per creare quell'alternanza di consistenze tanto di moda, o come aperitivo, inseme a un bicchiere di vino bianco o, perché no, una birra.

GiornaleBlog Notizie Blog di Cucina