Piova, nevichi, faccia bel tempo o tiri vento - che, a Rivoli, posta sulla pianura all'imbocco della Valle di Susa, è un'evento non raro e comunque di rimarchevole intensità - il rivolese, nel lunedì posto a ridosso del 25 di novembre, non prende impegni, anzi, se può, un giorno di ferie, per poter partecipare all'evento cittadino più antico e atteso dell'anno, la fiera di Santa Caterina.
Che quest'anno, per la cronaca, è la 648°, essendo stata formalizzata nel 1365 - per cui, probabilmente, già esisteva prima - da Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde.
Rivolesi, dunque, ma non solo, perché comunque la fiera - che si estende per tutta la città, con un percorso che si estende per buona parte del centro cittadino, inclusa l'antica via di Francia (ora corso Francia), fino a giungere a ridosso dell'area agricola, un tempo sede della medioevale pieve di S. Martino dei campi - è un appuntamento noto e amato anche nei paesi confinanti e dai torinesi.
I quali, in metropolitana e pulmann - che, per quel giorno accorcia e devia il suo percorso - raggiungono l'inizio del mercato su corso Francia, a ridosso del cimitero cittadino.
Fiumane di gente che, dalle prime ore del mattino fino a sera, si riversano nella città, in cerca dei regali per le imminenti festività di Natale e di specialità tipiche - locali e nazionali - dei venditori di generi alimentari che qui affluiscono.
Perché Rivoli, un tempo luogo di villeggiatura estiva delle famiglie nobiliari torinesi, nonché dei nobili oriundi che qui avevano i loro possedimenti - dagli anni dell'espansione industriale ha accolto abitanti provenienti dalle più varie regioni italiane; che oggi, pur essendo fieramente rivolesi, mantengono le loro tradizioni alimentari; dal baccalà dei moltissimi veneti del Polesine - Contarina e dintorni - emigrati dopo l'alluvione del 1951, ai Siciliani, ai Calabresi, ai Sardi, ai Pugliesi, ai Lucani e via dicendo, in un mélange gastronomico che tocca tutte le regioni d'Italia.
Tutte rappresentate nelle bancarelle nel centro cittadino.
Tutte rappresentate nelle bancarelle nel centro cittadino.
E quindi, di seguito, un reportage fotografico - realizzato da me e dall'amica Laura, che, con Manuela condivide da anni con me questa tradizione - per documentare presenze e tendenze gastronomiche dell'anno in corso...
Iniziando da corso Francia, con il banco dei formaggi, che accontenta tutti i gusti
Iniziando da corso Francia, con il banco dei formaggi, che accontenta tutti i gusti
con le tome e altri formaggi piemontesi stagionati...
vicini alla ricotta salata siciliana rivestita di pistacchi...
e all'immancabile baccalà per la polenta, gioia delle famiglie di origine veneta e non solo.
Poco oltre il pane siciliano all'uvetta e alle olive, dal peso - e prezzo - specifico del metallo pesante...
e, di fronte, olive di tutti i tipi, pomodori secchi,
il banco del cioccolato che vende, oltre alle repliche dei rocchetti di spago, in omaggio ai nuovi tempi elettronici, mouse e cellulari
nonché oggetti di finto metallo così verosimili da dover esporre l'avvertenza "no ferramenta"
Inoltrandosi poi nella parte più stretta e affollata del corso, frutta secca di tutti i colori e qualità
e, infine, l'appuntamento annuale con il mitico banco delle specialità siciliane "Il Padrino",
con lo zibibbo, le paste di mandorla di tutti i sapori possibili e immaginabili,
ma soprattutto, di cui è impossibile stabilire se siano più DOCG siciliani i cannoli,
gli sfincioni, gli arancini... o i venditori!
E, per chi dopo questa camminata, si sia pentito di aver messo delle scarpe troppo strette che gli fanno dolere calli e occhi di pernice, gli appositi allarga scarpe; anche questi una novità, forse segno di una popolazione che sta diventando statisticamente sempre più anziana.
Poco più in su, nell'antica strada Maestra - ancora chiamata così dai rivolesi benchè il nome attuale sia via Piol - formaggi, frutta e verdura autoctona e piemontese, con i banche che partecipano anche, tutti i sabati, al mercatino degli agricoltori dietro alla chiesa della Collegiata Nuova,
tome, tomini, prataiole, raschera e altri formaggi DOP
e, come abbinamento, pere, puciu, patate di montagna e zucche.
L'albero semovente (con annesso topolino, che, a sorpresa, spuntava dalle radici a ritirare le offerte)
i burattini di corda e stoffa a imitazione di cagnolini...
Più sotto, nella piazza del parcheggio, vicino a piazza Martiri, concerto di musiche di nativi americani...
e vendita di artigianato e cesti africani;
E infine, dato il tipo di fiera, non potevano mancare i grandi stand del torrone e dello zucchero filato - ovviamente Sebaste...
le piante decorative...
gli alberi da frutto...
e, dall'Umbria, gli attesissimi banchi della porchetta e della salsiccia calda, da gustarsi nei panini insieme a crauti o peperoni, gioia degli affezionati della fiera...in versione porchettaro evoluto, con sfere stroboscopiche e grandi luminarie...
porchettaro odierno,
e porchettaro retrò.
Per queste ultime foto - scattate nella zona dedicata al mercato agricolo - ringrazio l'amica Laura, dal momento che, con Manuela, mi stavo già dirigendo a recuperare la macchina in uno dei tanti parcheggi "di fortuna" allestiti dal Comune per far fronte alla grande affluenza di gente attirata dall'evento. Arrivederci all'anno prossimo...
i burattini di corda e stoffa a imitazione di cagnolini...
e il flaneur ottocentesco che ballava al suono della colonna sonora del Favoloso mondo di Amélie.
Più sotto, nella piazza del parcheggio, vicino a piazza Martiri, concerto di musiche di nativi americani...
e vendita di artigianato e cesti africani;
senza trascurare le necessità degli amici amici più fedeli, ai quali quest'anno erano dedicate parecchie bancarelle: questa la più fornita, con il cappottino etnico per cani radical chic e il piumino "Monchien" in versione dorata, per cani modaioli!
E infine, dato il tipo di fiera, non potevano mancare i grandi stand del torrone e dello zucchero filato - ovviamente Sebaste...
le piante decorative...
gli alberi da frutto...
e, dall'Umbria, gli attesissimi banchi della porchetta e della salsiccia calda, da gustarsi nei panini insieme a crauti o peperoni, gioia degli affezionati della fiera...in versione porchettaro evoluto, con sfere stroboscopiche e grandi luminarie...
porchettaro odierno,
e porchettaro retrò.
Per queste ultime foto - scattate nella zona dedicata al mercato agricolo - ringrazio l'amica Laura, dal momento che, con Manuela, mi stavo già dirigendo a recuperare la macchina in uno dei tanti parcheggi "di fortuna" allestiti dal Comune per far fronte alla grande affluenza di gente attirata dall'evento. Arrivederci all'anno prossimo...
3 commenti:
Ma che meraviglia di fiera! Deve essere stato proprio bello indugiare fra quei banchi di vere leccornie... Quqndo capita a me di andare in queste fiere sono talmente affascinata da quello che vedo che mi disorienta dover scegliere qualcosa da comprare... Mi porterei tutto a casa :*
..... Ops ho dimenticato il bacio :***
Un bacio anche a te, cara Donatella,anzi, dato il clima, un abbraccio;))) E, ti dirò, noi alla fiera andiamo sempre munite di carrellino (vuoto)e non ti dico cosa non contiene, al ritorno...comunque se ti trovi in zona sei invitata ad aggregarti, l'anno prossimo...è sempre mooolto divertente!
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