Colline dai vigneti già coperti da una leggera coltre di neve accompagnano il nostro viaggio dalla cittadina tedesca dell Foresta Nera dove abbiamo pernottato verso la cittadina di Riquewhir, sotto un cielo in cui spumose nuvole si inseguono; l'aria è leggera e frizzante e, infatti, appena sbarcati dal pulmino, inizia a nevicare...
una neve sottile e leggera, in cui i fiocchi volteggiano leggeri sotto i raggi del sole, quasi in una coreografia creata apposta per abbellire il panorama, della valle posta tra le brune colline coltivate a vigneto e contornata dalle montagne dei Vosgi imbiancate.
Eccoci nel centro di Riquewhir, uno dei più bei villaggi di Francia; la cittadina, di antichissima origine, pare derivi il suo nome da Richo, che nell'VIII secolo, era il maggior proprietario terriero fra i vignaioli della zona.
Le case tipiche a graticcio costituite da legno e con una tamponatura in terra - cosiddette colombieres - sono le tipiche case dei vignaioli, che potevano, a seconda delle esigenze della famiglia venire sopraelevate di uno o due piani; solo i ricchi borghesi, infatti, potevano permettersi di costruire case in pietra.
La trama geometrica in legno assicurava la stabilità delle murature, e i motivi in legno della struttura avevano anche carattere simbolico. Tre erano i motivi principali: la croce di S. Andrea, che significava protezione; la sedia curule (sotto la finestra della casa rosa) che significava che la casa apparteneva a un notabile e il Mann, silhouette d'uomo in piedi - quasi un uomo vitruviano stilizzato - simbolo di virilità (sempre sulla casa rosa, a lato).
Per l'aria si diffondono musiche natalizie, la protezione civile già vigila, mentre i commercianti danno gli ultimi tocchi all'allestimento delle bancarelle...o sistemano le decorazioni.
Ma è presto, e ancora pochi turisti percorrono la strada principale del paese che, dalla parta d'ingresso si snoda verso l'alto fino al cucuzzolo della collina su cui sorge la torre di Riquewhir.
Una strada molto bella, in verità, dalla quale si diramano vie altrettanto caratteristiche che offrono scorci suggestivi sulle colline coltivate a vigneti che la circondano
Mano a mano la via comincia ad affollarsi di turisti, trasportati mano a mano dai mezzi delle varie agenzie di viaggio...
...e inizia la corsa agli acquisti.
alle spezie, in miscele preparate per preparare le specialità locali, il Pain d'epice, la Backeoffe, la Chocroute e il Flamenkuche...
ai prosciutti (di Natale) e salsicce dei Vosgi.
Per i più freddolosi i banchi che vendono vino - o succo di mela - bollente e speziato, in vendita nella bancarella della bierstube dalla facciata decorata...
ma anche bottiglie da asporto di birra, vino - qui controllato da una volpe, che evidentemente ha raggiunto l'uva (fermentata), non senza lasciarci però la pelliccia - ...
e anche...Whisky alsaziano!
Il traffico si fa animato e aprono i negozi:
forni e pasticcerie...
negozi di giocattoli - con bionde bambine alsaziane in costume tipico incluse -...
befane pronte per la partenza...
e prodi cavalieri dalla luccicante armatura.
Ma il miglior assortimento è esposto nei cortili che si affacciano sulla strada principale, che ospitano veri e propri piccoli centri commerciali, luccicanti di decorazioni...
e colorati per le differenti qualità della merce esposta...dai formaggi aromatizzati alle spezie, al pomodoro o al basilico per gli amanti delle novità...
al fois gras per gli amanti della tradizione;
dal torrone per gli amanti del dolce...
ai salumi e formaggi, qui acquistati da un signore molto esperto che si informava dettagliatamente su origini e procedure di fabbricazione.
All'uscita oggetti misteriosi dall'aria medioevale - base per ombrellone? - usati come fermaporte.
Il centro storico culmina - e termina - con la torre di Dolder, che costruita nel 1291 con la prima cerchia della mura, da allora vigila sulla città facendo da ingresso e torre di difesa; sotto di essa la porta alta, frutto di una ristrutturazione del XVI secolo;
la porta è in legno a doppio battente con erpici anch'essi in legno (tra i più antichi d'Europa);
a lato la casa del portinaio della città, rigorosamente bilingue.
Sulla piazzetta antistante, appesa al muro, la planimetria della città...
e la fontana del Sinne - Sinnbrunnen - eretta nel 1560, che veniva utilizzata per verificare la capienza delle botti , con incise le armi dei signori di Horbourg - la stella - e lo stemma di Riquewihr corna di cervo del Wurtemberg e stelle;
nella stradina laterale, nel negozio che vende incongruamente artigianato russo
scialli in lana di capra, da romanzo ottocentesco (Dolce Remy?).
Ora però non resta che scendere, non senza notare, lungo la strada:
insegne di mostre di pittura di artisti locali;
targhe esposte fuori dal negozio di terraglie e cartoline (tra le più belle: Attenzione! cane scemo! o Attenzione! gatto filone);
tipiche terraglie e stampi da forno smaltati e decorati;
colorati ingressi ai cortili;
due signore impellicciate che indossano cappelli a forma di cicogna, l'animale simbolo dell'Alsazia;
scorci di ristoranti dalle tavole imbandite;
deliziosi scorci di via...
e un'ultimo negozio di dolci che espone macarons alsaziani.
E' ora di partire; il sole ci saluta, mentre lasciamo la cittadina, che si sta affollando di turisti, portati dai pulmann parcheggiati anche sulle strade delle colline che ospitano i vigneti.
E' il momento giusto per leggere le ricette del libretto - Best Alsazian recipes di Eric Zipper, lo trovate sul sito saep.fr - comperato nel negozio delle targhe; non senza remore campanilistiche, per il fatto che all'estero, non sia mai possibile trovare pubblicazioni in lingua italiana.
Ma "Bah!" come direbbero qui, scrolliamo le spalle e consoliamoci con la bella ricetta della torta di mele alsaziana (in inglese, giusto per ripicca)...
Perché la torta di mele è la panacea per ogni male:
Ingredienti dal libro:
per la frolla
300 gr di farina
per il ripieno
1 kg di mele
10 gr di burro
20 gr (un cucchiaio) di farina
120 gr di zucchero
2 uova
poche gocce di estratto di vaniglia
10 cl di latte
10 cl di crema
Ingredienti della Cuoca cialtrona:
per la frolla:
200 gr farina
100 gr panna da cucina (mezza confezione piccola)
1 cucchiaino da te di burro
1 pizzico di sale
Per il ripieno
1 kg di mele
120 gr di zucchero
2 uova
poco zucchero vanigliato (avanzo di bustina del pandoro)
100 cl di panna (quella avanzata dalla confezione utilizzata per la frolla)
In un mixer preparare la pasta mescolando bene insieme, fino a che non formano una palla che si stacca dal contenitore, farina, panna e sale; mettere l'impasto così ottenuto a riposare per almeno un'ora in frigorifero.
Rivestire con la sfoglia ricavata dall'impasto una teglia per forno imburrata e infarinata, creando possibilmente una base un po' profonda.
Pelare le mele e tagliarle in otto fette ciascuna, pareggiandole dalla parte del torsolo in modo che poggino bene sulla frolla; posizionarle sulla frolla in modo da coprilrla in modo regolare.
Informare per 5 minuti in forno caldo a 250°; alzare poi la temperatura e continuare la cottura per 10 minuti a 180°.
Nel frattempo preparare la crema per il ripieno unendo insieme le uova leggermente sbattute, lo zucchero, la panna, la farina e lo zucchero vanigliato.
Togliere dal forno la torta, versare sulle mele la crema e rinfornare a 200° per altri 15 minuti. Servire tiepida.
5 commenti:
La torta di mele e' favolosa!! Complimenti!! Bellissime anche le foto!! A presto Gio'
Grazie Donatella, anche a te!!!
E speriamo bene...
Grazie! Quelle di viaggio sì, la foto della torta magari la rifaccio, domani...
Ciao, hai fatto un reportage stupendo....
bello il tuo blog e grazie per la ricetta della crostata di mele..io l'adoro e sicuramente la faccio e ti faccio sapere...
Amelina
Ma dai! Pensa che l'ho fatta anch'io settimana scorsa !!
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