sabato 28 aprile 2012

Polpette di carne e mele

Le Misteriose n.1




Le donne sono un universo variegato, di cui esistono varie categorie, stilistiche e comportamentali.
Personalmente non credo di appartenere a quella con tacchi e borsetta mignon, grande lo stretto necessario per contenere i-phone e carta di credito e capello piastrato sempre in ordine; tranne sporadiche eccezioni sarei piuttosto della categoria scarpa raso terra, borsa a bisaccia (dalla quale può uscire veramente di tutto) e capello crespo e scompigliato; più una raccoglitrice che una cacciatrice, per intenderci.

O forse sarebbe esatto dire più un boy scout che una signora - ossia il genere di donna che i quadri se li appende da sé - non che mi spiacerebbe che li appendesse qualcun'altro, ma pare proprio che, per legge di compensazione, io socializzi solo con uomini dall'animo meno pratico del mio (astengasi bricoleurs). Non che me ne vanti, si tratta solo dell'esplicitazione di uno stato di fatto.

E, ovviamente, va da sé, anche i miei gusti in fatto di cucina rispecchiano questa propensione all'entropia...e in effetti uno dei miei piatti preferiti - insieme agli zucchini ripieni, che ne sono i cugini estivi - sono le polpette, preferibilmente nel sugo rosso. 
Anzi, se devo essere sincera, forse il mio piatto preferito è proprio il sugo in cui sono state cotte le polpette; come a dire il piacere della carne senza la carne, l'amor de lonh, una visione trobadorica alla Jaufrè Rudel del cibo...e in effetti se non sono vegetariana è quasi esclusivamente per motivi culturali.

A ogni modo le polpette - o misteriose (italianizzazione di misteriouse), come una volta si chiamavano gergalmente in Piemonte , ironizzando sulla loro composizione di alimenti supposti più o meno spuri e compositi - sono un cibo che, banalmente, riscuote comunque un grande successo presso tutte le fasce della popolazione, vuoi per la morbidezza, vuoi per la facilità della gestualità alimentare (uno tra i primi finger food), vuoi per il sapore evocativo ma non aggressivo.

Questa versione in particolare, in cui mi sono imbattuta anni fa con la denominazione di Subric (o Subrich o Soubric che dir si voglia), che però ho appreso da altri siti - vedi A la marenda sinòira - essere sbagliata perché applicabile solo a frittelline di verdura - il termine pare derivi dal francese: un tempo in Francia tali frittelle erano cotte sur briques, cioè su mattoni scaldati - è particolare perché riunisce in se i gusti della carne e delle mele, un abbinamento che nella cucina piemontese finora avevo visto abbinare solo nel Fritto misto.
Pare comunque che si tratti di ricetta antica, originariamente preparate per le puerpere per restituir 
loro le energie profuse nel parto e stimolare la produzione di latte - e, infatti, nella versione originale, contenevano l'aglio solo facoltativamente e la fase finale della cottura avveniva in un ristretto di vino rosso (Barolo, Barbaresco) e zucchero (che, anche adesso, non sembra proprio niente male, come idea).
La versione che propongo è più semplice, l'unica avvertenza riguarda la scelta delle mele, che devono essere renette (non lasciatevi sviare dalla foto, è solo che le renette le avevo finite mettendole nelle polpette) per il caratteristico sapore asprigno.


250 gr di carne tritata di suino, di vitello o mista (o di coniglio, o di pollo)
1 mela renetta pelata e grattugiata
1 uovo
quattro fette di pan carré sbriciolato o analoga quantità di pane secco (meglio)
un ciuffo di rosmarino tritato
uno spicchio d'aglio tritato
spezie a piacere (pepe.curry, curcuma, noce moscata)
sale q.b.
farina (per impanare)
olio evo o di semi per friggere (una buona idea sarebbe un misto olio e burro, per rendere più croccanti le polpette e conferire un sapore più retrò)

Mescolare tutti gli ingredienti, avendo cura di grattugiare e tritare preventivamente quelli indicati; non occorre ammollare il pan carrè o il pane precedentemente, basta sriciolarli, perchè saranno sufficientemente inumiditi dalla presenza della mela.
Formare della piccola pallottoline, infarinarle,e friggerle in abbondante olio, finchè non sono ben dorate. Scolarle e metterle a riposare su carta da cucina, perchè ne assorba l'olio in eccesso.
Servire calde.

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