Stralci n.12
"«Oh no, il pudding!» esclamai all'improvviso a voce anche troppo alta. La conversazione intorno al tavolo scemò e tutti mi fissarono incuriositi. «Ieri era l’ultima domenica di Avvento. Zia Hermia non era qui a far preparare i pudding e neanche noi, quindi non abbiamo potuto esprimere i nostri desideri.»
Making the Christmas Pudding, a festive illustration drawn by Kenny Meadows.
Published in the Illustrated London News Christmas Supplement, December 1848.
"«Oh no, il pudding!» esclamai all'improvviso a voce anche troppo alta. La conversazione intorno al tavolo scemò e tutti mi fissarono incuriositi. «Ieri era l’ultima domenica di Avvento. Zia Hermia non era qui a far preparare i pudding e neanche noi, quindi non abbiamo potuto esprimere i nostri desideri.»
Da quando si festeggiava il Natale a Belmont Abbey, la famiglia usava radunarsi nelle cucine dopo la funzione dell’ultima domenica d’Avvento per rimestare il pudding di Natale ed esprimere i propri desideri. Per tradizione doveva esserci un unico, grande pudding per tutti; ma con dieci bambini, papà era arrivato in fretta alla saggia conclusione di far preparare alla cuoca un piccolo pudding per ciascuno. Ci mettevamo in fila, avvolti nei grembiuli, alcuni di noi in equilibrio precario su uno sgabello, e a fatica mescolavamo la pastella densa con i lunghi cucchiai di legno, cantando insieme la filastrocca tradizionale:
Rimesta, ti preghiamo,
Il budino nel pentolino,
E quando a casa torneremo,
Tutto quanto lo mangeremo.
Mentre mescolavamo zia Hermia passava dietro di noi e sbirciava il nostro operato, ricordandoci di esprimere un desiderio e di girare il mestolo in senso antiorario in onore dei Re Magi. Alla fine batteva le mani per cacciarci dalla cucina. Una volta rimasta sola, aggiungeva ai pudding gli amuleti: un ditale portafortuna, un anello di buon auspicio per il matrimonio e un mezzo scellino d’argento per la ricchezza. Era una delle mie tradizioni preferite, non solo per quel rito. I pudding di Natale erano divini, saporitissimi, con la loro farcitura di uva passa dorata, ribes e altre prelibatezze. Ma con zia Hermia a Londra era improbabile che qualcun altro ci avesse pensato, e l’idea del Natale senza i ostri adorati pudding mi era sembrata insostenibile.
«Ci è giunto un salvatore sotto forma di Mrs. King» disse papà con un sorriso benevolo. «Ha organizzato lei la preparazione dei pudding ieri. Si è persino accertata che ce ne fossero anche per chi non era ancora arrivato.»
Mrs. King arrossì. «Siete troppo generoso con i complimenti, milord» disse, ma per quanto cercasse di essere modesta, era palesemente compiaciuta per aver ricevuto l’approvazione di papà.
«Molto gentile da parte vostra» dissi con finta dolcezza, «darvi così tanto disturbo per degli estranei.»
Se colse la mia frecciata, non lo diede a vedere. Si limitò a scuotere il capo con enfasi. «Non c’è di che, milady. Sua Signoria è stato così gentile con me, e così buono con Lord Wargrave.» Esitò, lanciando uno sguardo timido al fidanzato. «Era il minimo che potessi fare. Il minimo.»
Le rivolsi un blando sorriso, ma solo quando i lacchè vennero a togliere i piatti del pesce mi rilassai. Passammo al secondo, e la conversazione cambiò." In: Raybourn, Deanna, Silent in the Sanctuary, 2008, ed. italiana: Silenzi e segreti, Harlequin Mondadori, 2008, trad. M.P. Romeo, E. Tomezzo, pagg, 79-80.
1 commento:
Superbamente bello questo racconto, incredibilmente buona la recipe, annots, thanks :-)
Lorenzo D.
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