Aliter dulcia - French toast - Pain perdu - Arme Ritter
Continuiamo così, facciamoci del male; almeno la domenica...
Iniziando la giornata con calma e con una colazione degna di questo nome.
Luxe, calme et volupté, insomma.
Tutto è iniziato - almeno per quanto mi riguarda - con il film Kramer contro Kramer del 1979; Dustin Hoffman, abbandonato dalla moglie Meryl Streep cerca di preparare al figlio i french toast per colazione.
Allora non c'era ancora internet, e non ricordo dove sono riuscita a trovare la ricetta; forse su qualche rivista, o su qualche libro, come si usava allora, o magari per caso.
Ad ogni modo, ora che, con i potenti mezzi della rete, riesco a documentarmi se non più veracemente, più velocemente - nonché voracemente- sulla scorta delle informazioni ricavate da vari siti, perlopiù anglosassoni, nonché da wikipedia vi dirò che:
- l'origine del piatto, in versione dolce, risale all'antica Roma, infatti ne parla già Apicio nel De re coquinaria, (e uno dei nomi francesi ancora persistente per questa ricetta è infatti Pain romaine), dove per addolcire al posto dello zucchero viene, ovviamente, usato il miele
- non sappiamo se lo abbiano diffuso gli antichi romani o se, come probabile, sia uno di quei piatti talmente universali, dato il tipo di ingredienti da essere preparato in tutti i luoghi (e in effetti, dato i presupposti, lo proporrei per la candidatura a patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO) - fatto sta che nel medioevo ne troviamo notizie in vari paesi, sempre come pane imbevuto di uova, fritto e condito con varie salse, sciroppi o succhi, più spesso dolci ma anche salati.
Di origini quasi sicuramente europee (esistono però anche varianti mediorientali) si è comunque diffuso, attraverso le colonizzazioni, anche nei paesi asiatici.
Si trovano comunque sue tracce anche nei ricettari medioevali (ad esempio il Libro de Arte Coquinaria scritto da Maestro Martino da Como nel 1450, che lo chiama Suppa dorata)
Di origini quasi sicuramente europee (esistono però anche varianti mediorientali) si è comunque diffuso, attraverso le colonizzazioni, anche nei paesi asiatici.
Si trovano comunque sue tracce anche nei ricettari medioevali (ad esempio il Libro de Arte Coquinaria scritto da Maestro Martino da Como nel 1450, che lo chiama Suppa dorata)
- I paladini della versione dolce - diffusa nei paesi anglosassoni tramite la dominazione dei Normanni, che lo chiamavano Pain doreè - sono stati i francesi; di qui probabilmente la denominazione French toast (che compare per la prima volta in stampa nel 1660 (R. May, Accomplisht Cook VI 162): "French Toasts. Cut French Bread, and toast it in pretty thick toasts on a clean gridiron, and serve them steeped in claret, sack, or any wine, with sugar and juyce of orange.", dove per pane francese, si intendeva un pane bianco o comunque di lusso.
In Francia questa preparazione è invece conosciuta come Pain perdu, ossia pane perso (o dimenticato), dal momento che per cucinare tale piatto veniva utilizzato il pane raffermo che non poteva più essere servito come accompagnamento.
In Francia questa preparazione è invece conosciuta come Pain perdu, ossia pane perso (o dimenticato), dal momento che per cucinare tale piatto veniva utilizzato il pane raffermo che non poteva più essere servito come accompagnamento.
- è probabile che invece sia anglosassone la catalogazione come cibo da prima colazione - nel senso che in origine è probabile che fosse considerato un dolce da merenda o da fine pasto.
A suffragio di questa teoria sono alcuni dei vari nomi con cui è conosciuto nei paesi del nord Europa: in Inghilterra è infatti anche noto come i Poor Knights of Windsor (che, per inciso, era un ordine militare formato da re Edoardo III nel XIV secolo), in Svezia come Fattiga Riddare, in Danimarca come Arme Riddere in Germania Arme Ritter, che significano tutti il povero cavaliere, non si sa se con accezione ironica.
Pare infatti che, anticamente, uno dei simboli di distinzione tra popolo e nobiltà fosse l'uso presso questi ultimi di consumare, a fine pasto, un dessert; ovviamente però non tutta la nobiltà aveva le stesse possibilità economiche, come ad esempio i cavalieri, che per mantenere comunque il proprio status sociale si accontentavano di un dolce più povero, come a dire: agiati sì, tanto da potersi permettere pane bianco, spezie, uova e confetture, ma non così ricchi da avere dei cuochi in grado di preparare dessert più elaborati.
A suffragio di questa teoria sono alcuni dei vari nomi con cui è conosciuto nei paesi del nord Europa: in Inghilterra è infatti anche noto come i Poor Knights of Windsor (che, per inciso, era un ordine militare formato da re Edoardo III nel XIV secolo), in Svezia come Fattiga Riddare, in Danimarca come Arme Riddere in Germania Arme Ritter, che significano tutti il povero cavaliere, non si sa se con accezione ironica.
Pare infatti che, anticamente, uno dei simboli di distinzione tra popolo e nobiltà fosse l'uso presso questi ultimi di consumare, a fine pasto, un dessert; ovviamente però non tutta la nobiltà aveva le stesse possibilità economiche, come ad esempio i cavalieri, che per mantenere comunque il proprio status sociale si accontentavano di un dolce più povero, come a dire: agiati sì, tanto da potersi permettere pane bianco, spezie, uova e confetture, ma non così ricchi da avere dei cuochi in grado di preparare dessert più elaborati.
Viene facilmente da pensare che questo piatto, composto da ingredienti facilmente reperibili e facile e veloce da preparare, servisse da colazione ai cavalieri durante le campagne militari, e che così si sia diffuso in tutta Europa e nei paesi dell'area mediorientale tramite le crociate; una volta tornati a casa, probabilmente era un cibo che richiamava alla memoria i bei tempi della gioventù nella milizia.
- in Italia la ricetta persiste ma, stranamente, ha avuto maggior fortuna nella versione salata, la cosiddetta Mozzarella in carrozza.
Per un prode cavaliere... o una nobile dama
2 fette di pan carré (meglio se lasciate fuori dal sacchetto a seccarsi la sera precedente)
1 uovo
1 cucchiaio di latte (o di acqua, volendo, anche perché serve solo per stemperare meglio l'uovo)
1 cucchiaio di miele
cannella o peperoncino in polvere
sale
olio (o burro) per friggere
2 fette di pan carré (meglio se lasciate fuori dal sacchetto a seccarsi la sera precedente)
1 uovo
1 cucchiaio di latte (o di acqua, volendo, anche perché serve solo per stemperare meglio l'uovo)
1 cucchiaio di miele
cannella o peperoncino in polvere
sale
olio (o burro) per friggere
In un piatto fondo rompere un uovo e sbatterlo con una forchetta, aggiungendo un cucchiaio di latte e amalgamando il composto.
Tagliare le fette di pan carré in quattro pezzi secondo la diagonale (come se fosse una croce di S. Andrea), e immergerle nell'uovo sbattuto finché non hanno assorbito uniformemente tutto il composto; friggerle in olio (o burro caldo) in una padella di ferro o antiaderente, girandole su entrambi i lati fino a che non sono ben dorate.
Scolare le fette e metterle in un piatto piano, ponendole in modo da formare la figura di una girandola (è domenica, è vero, ma siano pur sempre cavalieri, perbacco!)
Cospargerle con il miele e con un pizzico di cannella o, come personalmente preferisco, con miele, peperoncino e sale.
Servire caldo, accompagnando, se vi piace, con una tazza di caffè.
1 commento:
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