Zuppa di asparagi di François de La Varenne
La reggia di Venaria Reale
venne progettata e realizzata tra il 1658 e il 1675, su commissione del re Carlo
Emanuele II ad opera di Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove.
L'intento principale era quello di creare
una residenza dedicata alla caccia che entrasse a far parte di un sistema di regge extraurbane, poste a presidio della città di Torino; a esso appartenevano già Villa della Regina (1615), il castello di Moncalieri, il castello di Rivoli (1562) e quello di Racconigi (1676) che costituirono il nucleo iniziale del complesso delle residenze sabaude noto sotto il nome di "corona di delizie" entrato nel 1997 nella lista del beni patrimonio dell'umanità stilata dall'UNESCO. Non meno importante, tuttavia, era la funzione di rappresentanza, intesa come ornamento e espressione tangibile del potere del casato.
Sul territorio di due villaggi ai piedi delle Valli di Lanzo, i cui nomi originari erano Altessano Superiore ed Inferiore nacque così la residenza reale, che prese il nome di "Venaria" perché
destinata agli svaghi della caccia; la progettazione non si fermò all'impianto
della reggia, ma rimodellò anche il territorio urbano adiacente, con la
creazione di un asse viario che collegò la cittadina con la residenza reale,
celebrandone nel contempo la presenza sul territorio.
Al di là della Reggia, in un
terreno libero da recinzioni, si estendeva il territorio venatorio che si
articolava in un complesso intreccio di viali tracciati tra la vegetazione -
rotte di caccia - palcoscenico della caccia reale, ossia la caccia al cervo che, in epoca
barocca, era sì svago ma, soprattutto, addestramento all'arte della
guerra.
La reggia della Venaria Reale con il complesso urbano antistante, illustrazione tratta dal
Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis, Pedemontii Principis, Cypri Regis, 1682, Amsterdam, presso l'editore e cartografo Joan Blaeu.
La costruzione - e, date le
alterne vicende di guerra, ricostruzione - della reggia si protrasse fin verso
la fine del XVIII secolo, apportando via via nuove innovazioni stilistiche che
riprendevano i canoni d'oltralpe, con interventi importanti ad opera dell'architetto Filippo Juvarra.
Il modello da emulare divenne quello della Reggia di Versailles, che, iniziata pochi anni dopo la Venaria,
(1661) ben presto si impose in tutta Europa, per magnificenza e innovazioni tecnologiche, come l'esempio da seguire per la costruzione di regge suburbane.
Un particolare interesse venne provocato dagli orti ivi creati a servizio della reggia; con l'ampliamento della corte consequente alla costruzione di Versailles
fu infatti necessario dismettere quelli che erano gli orti originari di Luigi
XIII e crearne di nuovi, bonificando all'occorrenza anche ampie zone di terreni
paludosi, scelti perché avevano il vantaggio di trovarsi in una zona adatta alle
passeggiate del re, in quanto vicine ai suoi appartamenti.
Fu così che - su progetto
di Jean Baptiste de La Quintinie, per il quale Luigi XIV creò appositamente la carica di Direttore dei giardini, frutteti e orti di tutte le case reali - tra
il 1678 e il 1683 venne costruito le Potager du Roi di Versailles, che forniva le verdure e
la frutta necessarie per i pasti della corte. L'orto era strutturato in vari
appezzamenti, separati da frutteti che contribuivano a creare
una serie di ambienti dal microclima differenziato.
Cuore dell'orto era il Grande
Quadrato, dell'ampiezza di circa tre ettari, suddiviso a sua volta in sedici
quadrati più piccoli - circondati da alberi di pere, il frutto preferito del re
- posti intorno a una grande vasca
circondata da cespugli, intorno a cui erano disposti trenta giardini.
Un'organizzazione perfettamente geometrica, che riprendeva quella dei giardini
all'italiana; perché l'orto non era solo luogo produttivo, ma anche di svago,
ospitando al suo interno, oltre agli ortaggi di uso comune anche specie rare,
antiche o importate da paesi lontani, passeggiate, pergolati e giochi d'acqua.
Un luogo non solo di delizia, tanto che Luigi XIV - che amava osservare i progressi delle coltivazioni e non disdegnava prendere
lezioni di orticultura - non di rado invitava ospiti e cortigiani a
passeggiarvi, ma anche di innovazione e ricerca, che ne facevano in tutta Europa modello di buona gestione del territorio.
Alla morte de La Quintinie nel 1688 gli successe nella carica di sovrintendente Luis Le Normand,
che, oltre a razionalizzare la disposizione degli spazi unificando vari lotti e costruendo delle rampe di accesso ai vari livelli, fece costruire le prime serre riscaldate d'Europa.
La reggia della Venaria - che, oltre alla funzione di palazzo di delizia era un fiorente allevamento di cavalli, destinati all'esercito del re - possedeva altresì un proprio orto per soddisfare le necessità della corte durante la stagione di caccia; coevo a quello della Reggia di Verailles, presentava una struttura analoga.
Il Potager Royal della Reggia della Venaria Reale, come testimoniano varie immagini del XVII e XVIII secolo,
era situato nella parte a meridione del Parco alto, attualmente occupata da una
postazione militare; la ricostruzione, nell'ambito dei lavori di restauro e riqualificazione del complesso, l'ha posta in un'area differente, sui terreni a est e a
ovest della Cascina Medici del Vascello - dove tra
il '600 e il '700 si trovava invece una parte dei giardini.
Il nuovo Potager della Venaria Reale (courtesy U. Zich)
La ricostruzione del potager, realizzata secondo quanto desunto dai reperti iconografici e dai
documenti relativi agli elenchi di coltivazione delle varie specie, rispecchia
nella struttura quella francese, con una disposizione a scacchiera
dei lotti a base quadrata separati tra di loro da spalliere di piante da frutta.
Estendendosi su un'area di circa 10 ettari, si configura come il più grande potager d'Italia.
" Ancora me li
ricordo, i giardini di Versailles in piena fioritura,
quando lo zio Luigi ci aveva convocati a corte; fu proprio durante una
passeggiata nell'orto - il suo luogo preferito, all'interno del parco - che ebbe la cortesia di comunicarmi di persona quello che già
avevo saputo dalla mia dama di compagnia: a breve sarei partita, per andare in
sposa al Duca di Savoia.
Una tradizione, per molte
principesse francesi - sua zia era la madre del duca in carica - che, oltre a consentire al regno di mantenere
una posizione di influenza su quel ducato, piccolo ma situato in posizione
strategica, avrebbe consentito a me di abitare in un paese poco lontano da
casa, dove si parlava la mia stessa lingua.
La prospettiva era
vantaggiosa, sotto tutti i punti di vista; era infatti probabile che quel
piccolo ducato potesse infatti diventare un regno. "Quello che ora vedi -
disse lo zio - indicando i germogli di asparagi che spuntavano dalla terra - è
solo una parte di quello che c'è sotto". Vicino a noi la contessa di
Verrua - che aveva collaborato alla buona riuscita di questo progetto - sorrise
e annuì..."
Zuppa di asparagi di Francois de la Varenne
Cimate i vostri asparagi, tagliateli e fateli friggere con del buon burro, sale, pepe, e un trito di prezzemolo e erba cipollina. Fate cuocere bene a fuoco lento il tutto, poi preparate una crema o un brodo di erbe passate; Fate anche tostare del pane e aggiungete gli asparagi prima di servire. Potete anche utilizzare del succo o una crema di funghi.
http://www.lavenaria.it/web/it/il-complesso/i-giardini/il-potager-royal.html
http://www.ecole-paysage.fr/site/potager/
4 commenti:
Ahhh interessante, bello utile, tu essere brava studiosa :P
andreadz
Che meraviglia questo post..i miei + sinceri complimenti!
Grazie Andrea, buona serata!
Come fare a meno della tua gentilezza, cara Consuelo? Grazie e te, per la costante attenzione! Felice notte!
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